L’iceberg A-23a, il più grande del mondo, nuovamente alla deriva: ha ripreso a navigare verso l'Atlantico meridionale
L’iceberg A23a, ovvero l’iceberg più grande del mondo, è di nuovo alla deriva. Pare, infatti, abbia ripreso ad allontanarsi. Gli scienziati ritengono che continuerà a navigare verso l'Atlantico meridionale spostandosi verso la remota isola della Georgia del Sud. Qui, molto probabilmente, si frantumerà e si scioglierà. Le ultime news.
L’iceberg A-23a è di nuovo in movimento: le parole degli scienziati
Si sta nuovamente muovendo l'iceberg A-23a, ovvero il più grande iceberg al mondo. Dopo essere rimasto bloccato in una corrente che per mesi lo ha fatto ruotare su se stesso, è tornato a spostarsi verso l'Atlantico meridionale. Gli scienziati del British Antarctic Survey - ovvero l’organizzazione britannica responsabile della ricerca scientifica dell’Antartide - lo monitorano costantemente e hanno fatto sapere che prevedendo che l’iceberg A-23a, si muoverà di continuo verso la remota isola della Georgia del Sud.
Qui finirà per schiantarsi e poi sciogliersi. Perché? Ebbene in quella zona incontrerà acqua più calda e inizierà pertanto a spezzarsi in iceberg più piccoli e pian piano a sciogliersi. Cosa succederà? Gli scienziati continueranno a seguirlo per studiare la sua rotta e monitorare ogni singolo spostamento. Ciò che verrà osservato, però, non sarà solo il suo tragitto verso l'auto-distruzione, ma anche come il suo passaggio influenzerà i vari ecosistemi.
Cosa sappiamo dell'Iceberg A-23a?
Oltre alle previsioni sul suo destino cosa sappiamo sull'Iceberg A-23a? Gli scienziati che lo monitorano costantemente hanno reso noto che è grande circa 3.672 chilometri quadrati. Questa era la sua misura lo scorso agosto. Se paragonato ad una regione italiana possiamo dire che tale iceberg appaia leggermente più grande della Valle d'Aosta.
Da quando si è staccato dalla piattaforma di ghiaccio Filchner-Ronne nell'ormai lontano 1986, viene costantemente tenuto sott'occhio. Sappiamo che è rimasto ancorato per più di 30 anni al fondale del Mare di Weddell, in Antartide. Successivamente si è incagliato “colonna di Taylor”, ovvero un vortice d’acqua che ha ritardato la sua deriva.