"Allarme rosso" Onu per il riscaldamento globale: la soglia di 1,5 è quasi raggiunta
Purtroppo ci siamo già: nel 2023, l’anno più caldo mai registrato, siamo arrivati a un aumento di 1,45 gradi sopra la media pre-industriale 1850-1900. Siamo quasi a quel limite di +1,5 fissato dall'Accordo di Parigi e dalla Cop26 di Glasgow. E l'Organizzazione meteorologica mondiale, la Wmo, lancia ora un deciso "allarme rosso" con un nuovo report, anche perché nel 2024 le cose potrebbero andare anche peggio.
Per l'Accordo di Parigi del 2015, dopo questo “limite basso” quello successivo, invalicabile perché porterebbe a disastri incontrollabili, era quello di un aumento di 2 gradi. La Cop26 di Glasgow del 2021 aveva abbassato quest’ultimo a 1,5. È dovuto, prosegue l’agenzia Onu, all'aumento nell’atmosfera dei gas serra che emettiamo. Anidride carbonica, protossido di azoto e metano avevano già toccato livelli record nel 2022. Le Co2 nell'atmosfera è del 50% più alta rispetto all'era pre-industriale.
Clima, interventi 6 volte più grandi
"Non siamo mai stati così vicini, anche se per ora temporaneamente, al limite più basso dell'Accordo di Parigi sul cambiamento climatico, 1,5 gradi”, commenta, come riporta l’Ansa, la segretaria generale dell'Organizzazione, Celeste Saulo. “La nostra comunità della Wmo lancia l'allarme rosso al mondo". Nel 2023 un terzo degli oceani, il 32%, è stato colpito quotidianamente da un'ondata di calore, contro il record precedente del 2016, il 23%. Oltre il 90% degli oceani ha raggiunto una qualche ondata di calore. Anche in questo caso siamo a livelli mai visti prima.
I ghiacciai hanno perso intanto il maggior volume di ghiaccio mai registrato. Stesso andamento per gli eventi ricollegabili al riscaldamento globale come siccità, alluvioni e incendi. Gli interventi adottati non bastano. Per mantenere il riscaldamento globale entro +1,5 gradi dai livelli pre-industriali, dovrebbero aumentare di 6 volte arrivando a 9.000 miliardi al 2030 con ulteriori 10.000 miliardi al 2050.