Wwf: inquinamento oceani per plastica 4 volte in più entro 2050
Inquinamento oceani 4 volte maggiore entro il 2050. L'allarme plastica nei mari è stato lanciato dal Wwf che, in vista della prossima Assemblea delle Nazioni Unite per l'Ambiente (Unea), che si terrà dal 28 febbraio al 2 marzo, ha reso noto un nuovo report preoccupante. Mentre aumentano le richieste proprio per questa assemblea Onu perché si affronti per la prima volta con un trattato internazionale anche questa emergenza, pericolosa come il riscaldamento globale.
Il report Wwf sull'inquinamento plastica negli oceani
Il nuovo report Wwf ha analizzato oltre 2590 studi sull'inquinamento da plastica negli oceani, fornendo così una analisi completa dell'impatto che sta causando sulle varie specie e sugli ecosistemi marini. I risultati sono davvero allarmanti, tanto che il fenomeno è stato definito dalle Nazioni Unite "una vera e propria crisi planetaria".
A creare allarme è anche il fatto che, molto probabilmente, l'inquinamento da plastica sarà destinato ad aumentare, e la crescita comporterà in molte aree rischi ecologici significativi che finirebbero per indebolire gli attuali sforzi per proteggere e aumentare la biodiversità. Occorre quindi correre subito ai ripari, riducendo la produzione e l’uso della plastica a livello globale.
Per comprendere appieno il problema basta pensare che la massa (in peso) di tutta la plastica presente sulla Terra supererà il peso di tutti gli animali marini messi insieme.
Anche se riuscissimo ad eliminare oggi stesso la dispersione globale di plastica in natura, la "coda lunga" di microplastiche risulterebbe comunque con una concentrazione doppia nel 2050 rispetto a quella attuale, con alcuni scenari che ipotizzano addirittura una quantità 50 volte superiore per il 2100.
Questo significa che, entro fine secolo, potremmo raggiungere una concentrazione di microplastiche altamente pericolosa dal punto di vista ecologico in un'area marina di superficie pari a due volte e mezzo la Groenlandia. Qualora la produzione di plastica raddoppiasse entro il 2040 infatti, i detriti di plastica (le microplastiche, appunto) nell'oceano finirebbero per quadruplicarsi entro il decennio successivo.
Black list di inquinamento da plastica, gli hot spot oltre la soglia
Esiste una "soglia massima tollerabile di inquinamento da microplastica", stabilita in 120mila oggetti per metro cubo. Sebbene si tratti di una soglia già alta, esistono molti hot spot in cui risulta essere già abbondantemente superata.
La Black List dei mari inquinati da plastica comprende il Mar Mediterraneo (dove ogni anno finiscono circa 229mila tonnellate di plastica), la Cina orientale e il Mar Giallo, ma anche il ghiacciaio marino artico.
Effetti della plastica sulla biodiversità
L'inquinamento da plastica nei mari provoca numerosi danni alle specie marine: dall'intrappolamento al soffocamento, passando attraverso ingestione e rilascio di sostanze chimiche tossiche. E se è stato stimato che il 90% di specie marine siano a rischio per gli effetti provocati dalla plastica nei mari, la situazione non migliora se analizziamo l'impatto del polimero sugli ecosistemi marini, dove barriere coralline e foreste di mangrovie stanno rischiando moltissimo.
Trattato globale per prevenire la crisi planetaria della plastica
Una volta dispersi nell'oceano i rifiuti plastici sono quasi impossibili da recuperare, e con il passare del tempo tendono a frammentarsi dando origine alle micro e nanoplastiche. che continueranno ad aumentare per decenni. Ecco perché, come ribadisce la responsabile sostenibilità di WWF Italia Eva Alessi, è fondamentale agire a monte dell'inquinamento, con l'impegno che vedano coordinati i governi, il mondo produttivo e la società. "Quello che serve è un Trattato globale legalmente vincolante. Solo questa può essere la possibile soluzione per combattere l'inquinamento marino da plastica".