Venezia: farmaci e pesticidi trovati sulle piume di beccapesci e gabbiani nella laguna
Ibuprofene, nimesulide, naprossene e antidepressivi "avvelenano" le acque della laguna veneta. Uno studio condotto dall'Università Ca' Foscari di Venezia ha individuato forte presenza di farmaci e pesticidi nel piumaggio di beccapesci e gabbiani corallini nella laguna.
L'analisi delle piume
L'idea di analizzare le piume prelevate dai pulli della sterna dei ‘beccapesci’ (Thalasseus sandvicensis) e del gabbiano corallino (Ichthyaetus melanocephalus) è venuta un gruppo di ricerca della storica università Ca' Foscari di Venezia. Il team, coordinato dal professor Marco Picone, ha svolto un'indagine sulle piume di due uccelli che popolano la laguna veneta per valutare l’esposizione di questi ai principi chimici e farmaceutici. Le due specie predatori apicali nella rete trofica acquatica, sono "sentinelle" del loro habitat e forniscono indicazioni indirette sulla presenza di farmaci nei tessuti delle loro prede e nell’ambiente.
Le piume delle due specie di volatili che pullulano la laguna di Venezia, sono state prelevate nel biennio 2018/2019. In particolare quelle dei gabbiani arrivano dalla Laguna Nord e risalgono al giugno 2018, mentre quelle dei beccapesci sono state raccolte nel giugno 2019 da una colonia insediata nella Barena Celestia.
I risultati della ricerca, pubblicati anche sulla rivista scientifica ScienceDirect, hanno mostrato grandi quantità di contaminanti, evidenziando dati ben più preoccupanti di quanto si potesse anche solamente immaginare.
Quali farmaci e pesticidi avvelenano la laguna veneta
Nel 91% dei campioni di piume analizzati è stata rilevata la presenza di pesticidi neonicotinoidi, mentre su 47 campioni è stato rinvenuto l’87% del principio attivo diclofenac, la cui tossicità per gli uccelli è dimostrata. Dalle analisi è emersa anche la presenza di farmaci come nimesulide, ibuprofene, naprossene e degli antidepressivi citalopram, fluvoxamina e sertralina.
In tutti i campioni di piume di gabbiano corallino osservati inoltre, i ricercatori hanno trovato tracce di pesticidi imidacloprid e clothianidin. Le due sostanze fanno parte del trio di pesticidi che l’Unione Europea aveva messo al bando per l'utilizzo outdoor nel 2018 e i cui effetti sono ancora oggi purtroppo visibili e allarmanti (il terzo è il thiamethoxam).
Il tasso di inquinamento da farmaci e pesticidi della laguna rischia di avere gravi ripercussioni sulla fauna locale, nello specifico sui due tipi di uccelli. Come dichiarato da Marco Picone infatti "Le sostanze tossiche potrebbero indurre un ritardo nella migrazione che a sua volta può indurre gli esemplari a fermarsi in luoghi non ottimali per la selezione dei partner e a ritardi nella nidificazione. Effetti a catena che possono mettere in pericolo specie già vulnerabili".
Pesticidi ed ecosistema, una possibile conseguenza
La presenza di imidacloprid e clothianidin in tutti i campioni di piumaggio dei gabbiani, e nella maggior parte dei beccapesci, come ha spiegato Picone, conferma che la decisione Ue di proibire solo nelle colture all'aperto l'impiego di questi pesticidi non è bastato a eliminarne gli input. Se gli uccelli marini sono esposti a questi contaminanti, a prescindere dalle abitudini alimentati (i gabbiani sono onnivori e i beccapesci si nutrono principalmente di piccoli pesci), significa che i neonicotonoidi possono arrivare ovunque nell'ecosistema.
Dopo l'allarme per i fiumi pieni di farmaci, adesso è anche la Laguna di Venezia a preoccupare.