Vita extraterrestre: il nuovo obiettivo è Venere. Ecco perché
La ricerca della vita extraterrestre all’interno del Sistema Solare sembra sempre più avere un nuovo obiettivo: il pianeta Venere. Dalle prime indagini sembrerebbe infatti che possa essere abbastanza simile alla Terra, addirittura più di Marte che come noto rappresenta da decenni il principale target delle missioni spaziali, incluse quelle del presente e del prossimo futuro.
Per gli anni a venire, però, il ruolo di protagonista potrebbe passare dal pianeta rosso a Venere. Il secondo pianeta del Sistema Solare per distanza dal Sole, infatti, ha dimensioni e densità paragonabili a quelle del nostro pianeta, anche se la sua atmosfera è estremamente tossica per gli esseri umani perché composta per lo più da anidride carbonica. Entro la fine del decennio l'agenzia spaziale statunitense (la Nasa) ha deciso di effettuare due missioni per ottenere una lunga serie informazioni utili sulle caratteristiche di un pianeta ancora troppo poco conosciuto. Il tutto con la speranza, tra le altre cose, di trovare tracce di forme di vita.
Le due missioni spaziali per conoscere Venere
Dopo oltre cinquant'anni dalla missione Pioneer Venus 2, gli Stati Uniti ritorneranno su Venere con un programma spaziale molto ambizioso: la sonda Davinci+ (Deep Atmosphere Venus Investigation of Noble gases, Chemistry and Imaging) e l’orbiter Veritas (Venus Emissivity, Radio Science, InSAR, Topography and Spectroscopy) cercheranno di esplorare quello che viene considerato dagli scienziati il vero "pianeta gemello" della Terra, almeno all'interno del nostro sistema stellare.
In particolare, tramite le due missioni, che non ospiteranno astronauti, verranno effettuate misurazioni per indagare le caratteristiche specifiche dell’atmosfera, misurando la percentuale di gas nobili e l’eventuale presenza di elementi chimici finora non identificati nell'atmosfera venusiana.
La sonda Davinci+ potrà rimanere intatta in funzione solo per poco tempo, viste le condizioni ambientali estreme a cui dovrà andare incontro, ma scatterà immagini davvero uniche della superficie, da cui si potranno - sperabilmente - ottenere informazioni molto utili. Da queste si cercherà di effettuare una mappatura della superficie di Venere e una prima analisi della sua evoluzione geologica.
La missione Veritas avrà invece lo scopo principale di rilevare delle tracce di vapore acqueo, primo passo per ipotizzare la presenza di forme di vita attuali o passate. Insomma, la possibilità di fare scoperte sulla somiglianza tra Venere e la Terra è concreta, ma bisognerà attendere ancora qualche anno per ottenere risposte, visto che la prima missione è prevista per il 2028 e la seconda per il 2030.