Addio a una specie su otto entro il 2100: siamo già nel mezzo dell'estinzione di massa
Il nostro Pianeta ha già attraversato nella storia almeno cinque estinzioni di massa, ma la sesta - che è quella ora in corso - è la più rapida di sempre, nonché l'unica in cui l'attività umana ha avuto un ruolo determinante. Più che di futuro, si tratta già del presente: entro la fine di questo secolo si stima arriveranno a scomparire più di 500mila diverse specie, e sono un milione in tutto (ossia un quarto di quelle conosciute) le specie ritenute dagli scienziati a rischio di estinzione.
A dare una valutazione ancora più precisa e drammatica dell'estinzione in corso è stato di recente l'Ipbes - la piattaforma intergovernativa che si occupa di politica scientifica su biodiversità e servizi ecosistemici - che in un proprio recente rapporto ha definito una specie su otto come "morta che cammina", alludendo a un triste destino di fatto già scritto.
Nei prossimi decenni assisteremo quindi a una silenziosa perdita di biodiversità, le cui cause principali sono la crisi climatica, l'inquinamento dell'acqua e dell'aria e la distruzione degli habitat, senza dimenticare il sovra-sfruttamento delle risorse, il consumo di suolo e la diffusione di specie invasive che alterano l'equilibrio degli ecosistemi.
Non tutti i regni e gli ordini di esseri viventi sono colpiti allo stesso modo dall'estinzione. Per esempio, l'Ipbes ha calcolato che a essere minacciati sono anzitutto gli anfibi (potrebbe scomparire a breve fino al 40% delle specie), ma anche i coralli e i mammiferi marini (di cui si prospetta l'estinzione di una specie su tre), mentre per quanto riguarda gli insetti è a rischio una specie su dieci.
Insieme alle estinzioni vere e proprie, poi, a preoccupare è anche la perdita di biomassa, ossia il calo del numero di esemplari viventi delle diverse specie. Per i mammiferi selvatici è già andata perduta l'82% della biomassa, e includendo tutti i mammiferi la gran parte della biomassa è oggi rappresentata dagli esseri umani (36%) e da animali addomesticati (58%). Tutto il resto, insomma, rappresenta appena il 6% del totale.