Ue, gas e nucleare possono avere l'etichetta verde: il testo e le polemiche
Secondo l'Ue sia il gas che il nucleare possono avere l'etichetta verde. Proprio così. Dopo un lungo tira e molla, la Commissione europea ha pubblicato la sua proposta di atto delegato con il quale intende classificare le fonti di energia verdi e convogliare miliardi di euro in investimenti. Il testo stabilisce che sia il gas che il nucleare sono entrambe "fonti di transizione", utili quindi per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. La decisione è sicuramente destinata a far discutere a lungo e numerose polemiche si sono di nuovo riaperte.
Gas e nucleare green: la decisione della Commissione europea dopo un lungo dibattito
Tra la fine di dicembre e l'inizio di gennaio l’esecutivo della Commissione Europea aveva pubblicato una prima proposta in merito alla classificazione di gas e nucleare come green. Tale proposta è divenuta oggetto di analisi da parte di esperti e governi ed è stata bersagliata da pesanti e feroci critiche. A protestare sono stati sia i paesi contrari al nucleare, per la presenza dell'energia atomica, sia i paesi utilizzatori di gas, per via di parametri troppo restrittivi. Cosa è accaduto dopo? Il testo è stato vagliato. Una nuova proposta è arrivata sul tavolo ed è stata appena approvata.
Quali sono le differenze nel nuovo testo votato, secondo la commissaria McGuinness, da "una schiacciante maggioranza"? In primis gli obiettivi intermedi nel funzionamento delle centrali a gas - 2026 e 2030 - sono stati eliminati. A essere rimasto è stato solo l'obiettivo finale di avere entro il 2035 solo impianti funzionanti con un carburante ecologico.
Il punto focale del testo le centrali a gas considerate verdi se emettono meno di 100 grammi di Co2 per kWh. Gli impianti nucleari di terza generazione devono invece ricevere i permessi di costruzione prima del 2045 per ottenere un’etichetta di investimento verde ed essere situati in un paese con un piano e fondi per smaltire in sicurezza i rifiuti radioattivi entro il 2050.
Le prossime tappe della proposta dell'Ue e le critiche
L'atto delegato dovrà ora ora essere vagliato dal Consiglio e dal Parlamento. Entrambi possono solo respingerlo, il primo a maggioranza rafforzata, il secondo a maggioranza semplice.
Nel frattempo si scatenano le polemiche. L'Austria sostiene che il testo non sia in linea con il regolamento sulla tassonomia energetica e pare voglia fare ricorso dinanzi alla Corte europea di Giustizia. A unirsi al coro dei contrari pari ci sono anche Portogallo e Spagna. E moltissime associazioni ambientaliste.