Tre vulcani sottomarini e il relitto di una nave scoperti nel Canale di Sicilia: cosa sappiamo
Negli abissi marini del Canale di Sicilia sono stati rinvenuti tre vulcani sottomarini e il relitto di una nave. La scoperta è stata possibile grazie alla nave tedesca Meteor impegnata in una spedizione scientifica internazionale.
Canale di Sicilia: scoperti tre vulcani sottomarini e una nave
Tre grandi vulcani sottomarini, vari fenomeni di idrotermalismo e il relitto di una nave sono stati scoperti nel canale di Sicilia durante la spedizione scientifica internazionale M191 SUAVE condotta della nave tedesca METEOR. Tra i ricercatori anche alcuni italiani che hanno scoperto la presenza nei fondali marini del Canale di Sicilia del relitto di una nave lunga 100 metri. Non sorprende la presnza di vulcani sottomarini in Italia, visto che se ne possono contare diversi tra cui: il Marsili presente nelle acque del Tirreno, ma anche i vulcani Glauco, Eolo e Enarete. Da alcuni giorni la lista si è arricchita con la presenza di tre nuovi vulcani sottomarini scoperti nel Canale di Sicilia. La sorprendente scoperta è opera della nave tedesca METEOR impegnata in una missione coordinata dall’Università di Malta e dall’Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs) di Trieste.
I tre vulcani sottomarini sono di enormi dimensioni: 6 km di larghezza e circa 150 metri d'altezza e sono stati scoperti nel Canale di Sicilia, nella zona compresa tra Mazara del Vallo e Sciacca.
Vulcani sottomarini e relitto nave nel Canale di Sicilia: cosa sappiamo?
Durante la spedizione coordinata dall’Università di Malta e dall’Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs) di Trieste, i ricercatori sono arrivati alla scoperta di tre vulcani sottomarini nei fondali del Canale di Sicilia dopo aver ritrovato alcuni campioni di roccia indispensabili per conoscere l'età dei vulcani. Giulia Matilde Ferrante, ricercatrice della Sezione di Geofisica dell’OGS che ha partecipato alla missione ha spiegato: "queste informazioni saranno fondamentali per ricostruire la storia geologica di una delle regioni più complesse del Mediterraneo centrale dove, a partire da circa 4-5 milioni di anni fa, si è sviluppato un sistema di profonde fosse legate a processi tettonici di tipo estensionale, che tecnicamente chiamiamo “rift”, che non hanno portato però alla formazione di crosta oceanica".
Anche Jonathan Ford, la collega dell'OGS ha precisato: "è incredibile scoprire ancora oggi nuovi elementi geologici in un mare, come il Mediterraneo, solcato da millenni da ogni tipo di imbarcazione. Questo mostra in maniera evidente quanto siano ancora poco conosciuti i fondali marini, anche in prossimità delle coste". Non solo, durante la missione il gruppo di ricercatori ha scoperto anche la presenza del relitto di una nave nei fondali fra l’isola di Linosa e le coste siciliane. La nave ha una lunghezza di 100 metri ed è larga 17 metri e si trovava a 110 metri di profondità.