Smaltimento rifiuto umido, ecco come farlo in modo corretto
La raccolta differenziata è un passaggio fondamentale anche per combattere il cambiamento climatico e cambiare il futuro delle generazioni che erediteranno il Pianeta, ma è necessario farla correttamente. Uno dei passaggi fondamentali per raggiungere questi obiettivi consiste nella differenziazione dei rifiuti, che consenta il giusto smaltimento dell'umido. Ma come smaltire i rifiuti organici in modo corretto? A spiegarlo all'Agi è Lella Miccolis amministratore unico di Progeva Srl, società di Laterza in provincia di Taranto.
Riciclare rifiuti organici, perché è importante?
Viviamo in una società dei consumi strettamente legata ad alti volumi di produzione, che inevitabilmente generano una grossa quantità di scarti. Appare quindi evidente l'importanza di praticare una raccolta differenziata consapevole, che possa effettivamente aprire la strada a un futuro ecosostenibile.
La differenziazione dei rifiuti è nota fin dall'antichità, e già gli antichi romani differenziavano e riutilizzavano gli scarti alimentari, facendone prezioso compost fertilizzante per i campi. Oggi la raccolta porta a porta ci ha addirittura reso più "leggero" il compito, grazie a calendari che prevedono la raccolta differenziata in giorni stabiliti per ogni categoria di scarto.
I rifiuti organici possono così essere riciclati per essere trasformati in quello stesso compost fertilizzante che, da secoli, "alimenta" le nostre coltivazioni. Per essere reimmesso nella sua nuova veste di fertilizzante organico però è necessario che il compost rispetti le severe normative in materia e abbia un suo appeal sul mercato. Diventa quindi importantissimo fare una corretta raccolta dell'umido.
Come si fa la corretta raccolta dell'umido?
Come spiegato dalla dottoressa Lella Miccolis all'AGI, per gli impianti che devono trattare i rifiuti umidi, riciclandoli al fine di reinserire nel ciclo vitale della natura le matrici organiche rinnovabili di tipo vegetale e animale, è fondamentale poter contare su una corretta differenziazione.
Si pone l'attenzione su una corretta informazione che porti i cittadini a riconoscere un rifiuto compostabile da un altro che invece non lo è. Lella Miccolis sostiene che anche un sistema di raccolta efficace ed efficiente è alla base di risultati concreti in questo campo, ricordando come il "porta a porta" si sia rivelato determinante poiché in grado di responsabilizzare direttamente i cittadini. Il solo fatto di renderlo soggetto a controlli o dinieghi per una raccolta differenziata errata lo spinge a prestare molta più attenzione di quanta ne porrebbe se - ad esempio - dovesse conferire i rifiuti nel cassonetto stradale.
Ancora oggi sono molti gli "errori" che vengono commessi e che rendono gli scarti alimentari - altrimenti interamente compostabili - in un prodotto in cui sono presenti impurità. Basta pensare alle lattine di sott'oli vuote finite, per sbaglio, nel bidoncino del verde, o della pellicola con cui erano stati coperti gli avanzi finita inavvertitamente nella spazzatura con i residui di cibo.
Strumenti utili per un riciclo efficace
Anche i contenitori in cui vengono raccolti i rifiuti organici svolgono un ruolo importante. Sarebbe opportuno inserirli in sacchetti biodegradabili e compostabili. La legge già nel 2008 aveva obbligato la raccolta dei rifiuti organici o nei contenitori a svuotamento riutilizzabili, materiale a rifiuto sciolto, oppure nei sacchetti biodegradabili e compostabili che possono esser di carta o bioplastica.
Purtroppo però è capitato di imbattersi in sacchetti di plastica non biodegradabili, che anzi tendono a frammentarsi durante il processo generando così particelle difficili da rimuovere nella fase di raffinazione finale del compost. Si trattava di residui addirittura peggiori di quelli generati dalle plastiche convenzionali, che nonostante i divieti sono ancora oggi in circolazione. I sacchetti per la spesa in plastica esistono ancora e vengono largamente utilizzati dai negozi e come "contenitori" per la raccolta dell'umido. Probabilmente - conclude la dottoressa Miccolis - sarebbe opportuno differenziare i sacchetti biodegradabili rendendoli immediatamente riconoscibili sia al consumatore che al personale addetto alla raccolta, in modo tale da permettere all'operatore ecologico di lasciarlo lì e sanzionare il cittadino per la "non conformità".