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Scoperta Earendel, la stella più lontana mai osservata

Earendel è la stella più distante mai osservata. Scoperta grazie a Hubble, ci racconta com'era l'universo "appena nato".
Spazio2 Aprile 2022 - ore 10:52 - Redatto da Redazione Meteo.it
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E' stata scoperta Earendel, ovvero la stella più lontana mai osservata. L'importante rilevamento è stato effettuato grazie al telescopio spaziale Hubble ed è frutto della collaborazione tra Nasa e Agenzia spaziale europea. Secondo gli scienziati la luce emanata da tale stella del mattino risale al primo miliardo di anni dopo la nascita dell’universo.

Earendel scoperta da Hubble: che cos'è e come è stata osservata?

Il telescopio spaziale Hubble ha osservato la stella più distante mai vista nell’universo arrivando a immortalarla a quasi 13 miliardi di anni luce da noi. Per via di tale distanza, siccome la sua luce impiega una grande quantità di tempo per raggiungerci, gli scienziati hanno potuto ammirare come si presentava la stella quando l’universo aveva "appena" 900 milioni di anni.

Che cos'è Earendel? Il nome deriva dall'inglese antico e il suo significato è “Astro del mattino”. Come è stata scoperta? La stella è stata identificata mentre Hubble era puntato verso l’ammasso di galassie WHL 0137-08, che può essere osservato nella costellazione della Balena. Solitamente un ammasso può contenere da decine a migliaia di galassie a seconda dei casi, ma l'ammasso preso in considerazione pare abbia una massa stimata tale da poter contenere un migliaio di galassie come la nostra Via Lattea.

L'importanza di questa scoperta

Per gli astronomi la scoperta di Earendel ha una grandissima importanza. Il motivo? E' davvero raro che si riescano a ottenere risultati di questo tipo e coprire distanze così grandi. La luce della nuova galassia ha impiegato 12,9 miliardi di anni per raggiungerci. Tale dato risulta ancor più sorprendente se si pensa che l’universo ha un’età stimata di 13,8 miliardi di anni. Ciò significa che gli scienziati sono riusciti ad osservare come si presentava una galassia quando l’universo aveva appena 900 milioni di anni. Come? Grazie ad alcuni princìpi e fenomeni specifici come quello della lente gravitazionale.

Il gruppo di ricercatori ha dovuto comprendere e stimare come l’aumento apparente della luminosità potesse essere tra 1.400 e 8.400 volte rispetto all’effettiva emissione di luce e spiegare perché un oggetto così remoto fosse visibile ad Hubble e ai suoi sensori. Solo così è potuto giungere alla scoperta di Earendel con certezza matematica. Proprio per questo è importante specificare che nel loro studio, gli autori della scoperta, hanno scritto che in base ai dati raccolti e agli esami effettuati sul colore e la luminosità si possa ipotizzare che Earendel abbia una massa pari a 50 volte quella del nostro Sole e che emetta quindi fino a 100mila volte la luce che emette la nostra stella. Il gruppo di ricercatori ha inoltre sostiene che si tratta di una singola stella, anche se a così grande distanza sarebbe possibile confondere un insieme di più stelle con un singolo astro. L'ipotesi dell'ammasso di stelle è stata però esclusa.

Gli astronomi andranno avanti a studiare Earendel. Per comprendere meglio tale stella si dovranno attendere dati più chiari che verranno raccolti nei prossimi anni dal James Webb Space Telescope (Jwst). Quest'ultimo è stato lanciato in orbita da poco ed è in grado di effettuare osservazioni a una maggiore definizione rispetto ad Hubble.

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