Quanto petrolio, gas ed elettricità consumiamo per produrre plastica? I dati in uno studio
La guerra scatenata dalla Russia contro l'Ucraina ha portato alla luce la dipendenza dell'Italia e dell'Unione Europea da Putin per l'utilizzo di combustibili fossili quali petrolio e gas. L'emergenza gas-energia di cui si parla da mesi ha spinto l'Unione Europea a cercare delle soluzioni quanto prima applicabili per ridurre la dipendenza dalla Russia.
"L’inverno sta arrivando: la plastica deve andare": l'obiettivo dell'Unione Europea
Con l'arrivo dell'inverno è importante risparmiare quanto più possibile sui consumi di gas, energia e petrolio considerando l'impennata dei prezzi causati dal conflitto scoppiato in Ucraina per colpa della Russia di Putin. Tra i primi punti c'è quello di ridurre la produzione di plastica considerando che l'industria petrolchimica è tra le responsabili dell'aumento della domanda di petrolio e di gas a livello mondiale.
Si tratta di un obiettivo importantissimo visto che dietro la produzione e il consumo della plastica c'è anche la crisi climatica e l'impatto disastroso che ha sulle comunità e sugli ecosistemi più vulnerabili. Proprio per questo motivo nel rapporto “Winter is coming, plastic has to go” (L’inverno sta arrivando: la plastica deve andare) a cui hanno lavorato Break Free From Plastic e il Center for International Environmental Law (Ciel) si sottolinea la necessità di diminuire la produzione di plastica in modo da ridurre la dipendenza dell'Unione Europea dalla Russia.
"Se l’Unione europea riuscisse, entro il 2030, a dimezzare la quantità di imballaggi in plastica immessi sul mercato, arrivando a un tasso di riciclo del 90% , potrebbe ridurre i consumi di gas e petrolio, rispettivamente, di 6,2 miliardi di metri cubi e di 8,7 milioni di tonnellate rispetto a quelli del 2020" si legge nel report".
Plastica, la produzione fa impennare petrolio, gas ed elettricità in Unione europea: i dati
Dati alla mano, la produzione di plastica richiede il maggior utilizzo di petrolio, gas ed elettricità in Unione Europea in tutto il settore dell'industria petrolchimica. Nell'Unione Europea nel 2020 il 38% del gas e il 22% del petrolio utilizzato erano acquistati dalla Russia a conferma della dipendenza con Putin.
Basti pensare che, solo la produzione degli imballaggi in plastica, circa 22 milioni di tonnellate, richiedono il consumo di 10 miliardi di metri cubi di gas fossile e 14 milioni di tonnellate di petrolio. Dati allarmanti visto che 10 miliardi di metri cubi di gas sono il consumo totale di metano nel 2020 in un paese come l'Ungheria, mentre 14 milioni di tonnellate di petrolio è la somma dei consumi di Svezia e Danimarca.
Altri paesi, invece, Belgio, Germania, Spagna, Francia, Italia, Paesi Bassi e Polonia rappresentano la produzione di circa il 77% di tutti i rifiuti di imballaggio in plastica all'interno dell'Unione Europea. Per questo motivo è importantissimo ridurre del 50% la produzione degli imballaggi in plastica e il 90% del riciclaggio in modo da risparmiare 6,2 miliardi di metri cubi di gas fossile e 8,7 milioni di tonnellate di petrolio a livello Ue.
In caso di riduzione degli imballaggi in plastica sul mercato entro il 2030 si potrebbe ridurre di un quinto i combustibili fossili destinati alla produzione di plastica come si legge nel report: "Una riduzione del 4% del consumo industriale di gas fossile nell’Ue rispetto al consumo nel 2020, ossia 5 miliardi di metri cubi, all’incirca quanto il consumo finale di gas, sempre nel 2020, della Repubblica Ceca o della Slovacchia". Non solo, a queste cifre vanno aggiunti, entro il 2030, anche i risparmi legati alla riduzione del 90% degli imballaggi di plastica riciclato con un risparmio di 6 miliardi di metri cubi di gas e quasi 9 milioni di tonnellate di petrolio rispetto al 2020.