Piemonte e Liguria vietate le passeggiate, caccia e pesca: ecco il motivo
Dopo l'allarme peste suina, in queste ore il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli e il ministro della Salute Roberto Speranza hanno firmato una ordinanza restrittiva per diverse aree del Piemonte e Liguria. Si tratta di un divieto imposto a 114 comuni dove non è possibile passeggiare, raccogliere funghi e tartufi, pescare, fare trekking ed escursioni in mountain bike.
Peste suina in Liguria e Piemonte: ordinanza e divieti in 114 comuni
Il Governo è intervenuto con un'ordinanza restrittiva in Liguria e Piemonte dove si sono registrati diversi casi di peste suina africana nei cinghiali. Le istituzioni sono intervenute per cercare di impedire la diffusione del virus imponendo uno stop in 78 città del Piemonte e 36 località della Liguria a diverse attività. In queste zone, infatti, è vietata ogni attività venatoria fatta eccezione per la caccia selettiva al cinghiale. Il motivo del divieto è legato alla presenza di peste suina africana.
In queste zone, l'ordinanza firmata ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli e il ministro della Salute Roberto Speranza, vieta la raccolta di funghi e tartufi, le escursioni in mountain bike, il trekking, ma anche la pesca. Vietata, quindi, ogni attività connessa ai cinghiali che sono gli animali in cui si è registrata la presenza del virus. In questi 114 comuni tra la Liguria e il Piemonte è consentita solo la caccia selettiva dei cinghiali per cercare di monitorare la presenza e il diffondersi del virus. Non solo, come si legge dall'ordinanza, sono escluse dal divieto "tutte le attività connesse alla salute, alla cura degli animali detenuti e selvatici nonché alla salute e cura delle piante, comprese le attività selvicolturali".
Cinghiali e peste suina: è allarme in Liguria e Piemonte
La presenza del virus della peste africana riscontrata nelle carcasse dei cinghiali in Liguria e in Piemonte preoccupa le istituzioni. Alessandro Piana, vicepresidente della Regione Liguria e assessore all’Agricoltura, ha chiarito che sarebbe opportuno procedere con l'abbattimento dei cinghiali malati e con lo smaltimento delle carcasse per evitare una propagazione del virus. Proprio Piana ha sottolineato: "bisogna andare a cercare nei boschi gli animali morti credo sia soltanto un dispendio di energie fisiche ed economiche. Sarebbe meglio procedere con i sistemi moderni, come quelli ormonali, per poter attirare gli animali e abbatterli".
Intanto i casi di peste suina in Italia hanno generato una serie di controlli alla frontiera di Svizzera, Kuwait e in Oriente, mentre Confagricoltura ha precisato l'attivazione di uno stop momentaneo all'importazione di carni e salumi made in Italy. Stando alle stime Cia-Agricoltori Italiani, le esportazioni delle carni italiane sono circa 1,7 miliardi. L'ordinanza introdotta dal Governo in questo clima di preoccupazione appare più che giusta visto che "consente alle attività produttive di continuare a lavorare in sicurezza, fornendo rassicurazioni in merito al nostro export". Il presidente Ettore Prandini di Coldiretti ha commentato piccato l'ordinanza: "siamo costretti ad affrontare questa emergenza perché è mancata l’azione di prevenzione e contenimento. Abbiamo ripetutamente denunciato in piazza e nelle sedi istituzionali di fronte alla moltiplicazione dei cinghiali che invadono città e campagne da nord a sud dell’Italia".