Piante velenose, 10 specie botaniche a cui fare attenzione
Saper riconoscere le piante velenose può rivelarsi utilissimo quando ci dedichiamo alla raccolta delle erbe spontanee, e impedirci di ingerire inavvertitamente specie pericolose per il nostro organismo. Ecco quali sono le 10 piante più velenose al mondo.
Piante velenose o piante tossiche?
Molti ritengono che i due termini siano sinonimi, ma in realtà c'è una grande differenza tra loro. Le piante tossiche - se ingerite o messe a contatto con la pelle - possono causare reazioni allergiche, disturbi digestivi o irritazioni cutanee. Le piante velenose invece possono causare seri problemi di salute e - in casi estremi - portare anche alla morte.
Le piante tossiche generalmente richiedono una grande quantità prima di causare danni, mentre per quelle velenose può bastare anche una piccola dose.
Stramonio comune
Datura stramonium - meglio conosciuto come Stramonio comune o Erba del Diavolo è una pianta che può trarre in inganno, a causa della bellezza dei suoi fiori bianchi a campana. La sua bellezza è però pari alla velenosità, e i semi di questa pianta contengono un'elevata concentrazione di alcaloidi. Si tratta di una pianta dalle proprietà allucinogene che, se ingerita, può causare forti dolori addominali, nausea, crampi e portare alla morte.
Oleandro
Meravigliosa pianta decorativa per i nostri giardini, l'oleandro è ritenuto una delle piante più velenose del mondo. La pianta contiene oleandrina e diversi alcaloidi tossici, e l’ingestione può provocare tachicardia, disturbi gastrici e del sistema nervoso centrale. I veleni contenuti nell'oleandro possono risultare fatali anche se ingeriti in piccole quantità: basti pensare che l’ingestione di una sola foglia potrebbe essere sufficiente a causare la morte di un bambino.
Aconito napello
L’aconito napello - o Aconitum napellus - è una delle piante erbacee più tossiche della flora italiana. Il nome deriva dal greco e significa appunto "pianta velenosa". Molto diffuso sulle Alpi è caratterizzato dai fiori alla sommità, che ricordano un elmo antico. La sua pericolosità era conosciuta fin dall’antichità, tanto che questo fiore veniva utilizzato per avvelenare le lance. L’ingestione della pianta causa bruciore della bocca, vomito, diarrea, alterazioni della pressione arteriosa e del battito cardiaco. Può portare al coma e talvolta alla morte.
Mancinella
L'Hippomane mancinella - conosciuta anche come Mancinella - è una pianta che contiene sostanze tossiche all'interno dei rami. Questi ultimi, una volta spezzati, possono rilasciare una tossina in grado di provocare irritazioni agli occhi e alla pelle. Ma la parte più pericolosa della pianta sono i frutti, che se ingeriti possono causare forti gonfiori alla gola, problemi respiratori e gastrointestinali. La tossina responsabile degli effetti negativi è l'hippomane, presente in ogni parte della pianta. Si tratta di una specie originaria della Florida, delle Bahamas, dei Caraibi, dell’America Centrale e Meridionale.
Tasso
Il tasso - nome scientifico Taxus baccata - è un albero sempreverde a crescita molto lenta che, in condizioni ottimali, può raggiungere i 15/20 metri di altezza. Si tratta di una pianta velenosissima, che contiene alcaloidi cardiotossici, come la tassina. Le sue bacche, le foglie e i semi - se ingeriti - possono avere effetti narcotici e paralizzanti. Possono essere letali e provocare la morte improvvisa per paralisi cardiaca o respiratoria. In Italia le piante di tasso si trovano soprattutto nelle zone montane, in particolar modo sulle Alpi Apuane, nella foresta Umbra del Gargano, sul Monte Capanne dell’Isola d’Elba, nelle montagne in provincia dell’Aquila e nell’area di Sos Nibberos in Sardegna.
Eupatorium rugosum
L’Eupatorium rugosum è una pianta velenosa originaria degli Stati Uniti, che può raggiungere un metro e mezzo di altezza e fiorisce a fine dell’estate. Le foglie e gli steli della pianta contengono una quantità elevata di tremetolo - sostanza altamente tossica - che può provocare tremori e crisi cardiaca, e può causare la morte. Se ingerita dalle mucche al pascolo può contaminare il latte.
Ricino
Tutti conosciamo le proprietà benefiche dell'olio di ricino, considerato una panacea per tutti i mali. Ma pochi sanno che i semi della pianta, se masticati, rilasciano una sostanza altamente tossica, tanto da risultare uno dei veleni più potenti in natura.
Abro
L’abro, o Abrus precatorius, è un arbusto diffuso soprattutto nei paesi tropicali. La sua caratteristica è rappresentata dalla presenza di bacche di colore rosso, con le estremità scure. L'ingestione delle bacche può portare alla morte, poiché contengono una sostanza tossica - l'abrina - in grado di causare il decesso anche in piccolissime quantità (ne bastano 3 microgrammi). L’abrina inibisce la sintesi delle proteine, provocando disidratazione, nausea, malfunzionamento dei reni e del fegato, fino alla morte.
Belladonna
Un nome affascinante per una pianta che contiene svariate sostanze tossiche. La belladonna, o Atropa belladonna, è una pianta che ha una storia affascinante e pericolosa. Le parti a più alto contenuto di sostanze tossiche sono le bacche, anche se molti veleni sono presenti anche nelle foglie. Contiene atropina, scopolamina e altre tossine che possono causare aridità della bocca, vomito, allucinazioni, paralisi e persino la morte.
Cicuta maggiore
La cicuta maggiore - Conium maculatum - è una pianta erbacea che può raggiungere 1.800 m d'altezza. Si tratta di una pianta altamente velenosa, divenuta famosa per aver provocato la morte di Socrate. La sua tossicità è data dalla presenza di almeno 5 sostanze velenose, dette alcaloidi. La più elevata concentrazione di veleno è contenuta nei frutti verdi della cicuta, anche se risultano fatali - se ingeriti - anche foglie, fiori, fusti e radici.