Peste suina, nuovi casi in Italia: 50 mila animali a rischio solo nel Lazio
Si allargano i casi della nuova peste suina africana e i danni all'intera filiera italiana: si rischia di dover abbattere numerosi maiali. Ecco cosa sta succedendo, la situazione.
Peste suina a Roma, i rischi
Dopo la notizia del primo caso di peste suina a Roma, gli allevatori si sono subito adoperati per contenere i contagi ed evitare così una diffusione a macchia d'olio del virus. Il rischio è infatti che gli oltre 50 mila maiali presenti nella Regione Lazio possano infettarsi giungendo al loro abbattimento.
Il commissario straordinario per l'emergenza peste suina Angelo Ferrari vuole capire se l'infezione sia localizzata nella sola città di Roma o se abbia già varcato il Grande Raccordo Anulare. La speranza è che, muovendosi in tempo e prestando attenzione alle misure da seguire, l'area di contagio risulti limitata e gestibile. Gli allevamenti di suini sono infatti situati al di fuori di Roma e capire se siano già stati raggiunti o meno diventa fondamentale per comprendere la gravità e le conseguenze dell'accaduto.
Peste suina, cosa fare
Contenere il contagio risulta ovviamente fondamentale, così si sta pensando a una chiusura preventiva di tutti i parchi cittadini situati nelle vicinanze della Riserva dell'Insugherata, l'area del primo caso romano di peste suina. Gli esperti raccomandano in oltre determinate precauzioni a tutti i cittadini: prestare molta attenzione mentre si cammina e disinfettare frequentemente le scarpe poiché il virus in questione è particolarmente resistente.
La paura è concreta, c'è la possibilità della formazione di nuovi focolai che estendano la peste suina ad aree sempre più vaste dell'Italia. La città di Roma è infatti la prima località interessata al di fuori delle zone rosse di Liguria e Piemonte. L'impressione è che il virus stia circolando da nord a sud e le conseguenze potrebbero essere disastrose.
Le gravi conseguenze per gli allevatori e l'economia italiana
In Italia è nota la presenza di un'emergenza cinghiali: si pensi che solo nella provincia di Roma vivono oltre 20 mila esemplari, spesso aggressivi nei confronti dell'uomo e che non hanno timore nel circolare nelle aree urbane della capitale. Oltre alla situazione già critica legata anche ai raccolti devastati da questi animali, la loro circolazione diventa direttamente proporzionale a quella del virus.
Al momento sono già state prese misure drastiche come l'abbattimento preventivo di alcuni maiali, il contenimento e il monitoraggio dei cinghiali presenti nelle aree in oggetto e particolari limitazioni a livello di trasporto animale. Queste misure, per ora valide, hanno però comportato anche un danno di 20 milioni di euro all'export dei salumi. Si pensi che la norcineria dà lavoro a circa 100mila persone e che, se il virus si allargasse, questo settore rischierebbe danni incalcolabili e catastrofici, mettendo in pausa l'intera filiera italiana e il suo export.