Nord Stream, ecco come la perdita di gas potrebbe danneggiare l’ambiente
La perdita di metano proveniente dai gasdotti Nord Stream 1 e 2 potrebbe essere la peggiore dispersione di gas naturale di sempre, e causare gravi conseguenze anche per il clima. Il timore degli scienziati deriva dal fatto che i gasdotti contenevano in quel momento soprattutto metano, un gas serra che è il principale responsabile del surriscaldamento globale dopo il diossido di carbonio. A riportarlo è il britannico Guardian, che sottolinea come l’entità della perdita non sia ancora del tutto chiara: le stime degli speri variano dalle 100mila alle 350mila tonnellate di metano.
Nord Stream: il pericolo del metano nell’atmosfera
Jasmin Cooper, ricercatrice in ingegneria chimica all’Imperial College di Londra, ha sottolineato come ci sia ancora “molta incertezza” sull’entità della perdita. “È difficile sapere quanto metano stia raggiungendo la superficie. Potenzialmente sono centinaia di migliaia di tonnellate, un grande volume pompato nell’atmosfera”. Secondo la ricercatrice “ha il potenziale per essere una delle più grandi perdite di sempre”, con gravi conseguenze per il clima: “Il metano è un potente gas serra, 30 volte peggiore dell’anidride carbonica nell’arco di 100 anni e 80 volte nell’arco di 20 anni”.
Nord Stream: i danni all’ambiente
Il professor Grant Allen, esperto di scienze naturali all’università di Manchester, ha inoltre sottolineato come sia difficile che i processi naturai sottomarini possano assorbire una quota significativa della perdita: “È una quantità di gas enorme, in grandi bolle. Il metano non avrà tempo di essere assorbito, quindi una porzione significativa sarà ventilata nell’atmosfera”. In termini di impatto climatico, il danno potrebbe essere devastante: 250mila tonnellate di gas meta equivalgono all’impatto sul riscaldamento globale di 1 milione e 300 mila auto guidate in strada per un anno.