Le principali missioni spaziali in programma per il 2022
Archiviato il lancio dell'attesissimo James Webb Space Telescope, il 2022 si preannuncia denso di appuntamenti per quello che riguarda le missioni spaziali. Anzitutto, la Nasa è al lavoro per analizzare i fenomeni atmosferici della Terra, cercando di prevedere gli eventi estremi e contenere gli effetti del cambiamento climatico e dell'inquinamento prodotto dai gas serra. Nel corso di quest'anno ci si aspettano progressi anche sul fronte delle missioni spaziali sulla Luna all'interno del programma Artemis: l'obiettivo è non solo portare di nuovo delle persone sulla superficie del nostro satellite naturale, ma soprattutto realizzare una base stabile da cui potere condurre esperimenti e analisi approfondite.
Non manca poi l'attenzione per Marte, con nuove iniziative per cercare la vita sulla superficie del pianeta e continuare il (lungo) percorso di avvicinamento al giorno del primo viaggio con equipaggio verso il pianeta rosso.
Missioni spaziali per conoscere meglio la Terra
Viaggiare nello spazio può essere molto utile pure per comprendere più a fondo e studiare il nostro pianeta. Nel corso del 2022, in particolare, la Nasa svolgerà quattro missioni per raccogliere informazioni sui sistemi climatici e su altri processi che avvengono proprio sopra le nostre teste.
La prima, denominata missione Tropics (acronimo di Time-Resolved Observations of Precipitation structure and storm Intensity with a Constellation of Smallsats) porterà in orbita un sistema di 6 satelliti attraverso 3 lanci differenti. Lo scopo è di migliorare la capacità di rilevazione delle precipitazioni, delle temperature e dell’umidità, per comprendere in dettaglio le dinamiche che caratterizzano i fenomeni atmosferici più estremi come i cicloni tropicali. L’intero sistema di satelliti dovrebbe essere operativo entro il 31 luglio, e l'ambizione è di mettere così a punto in breve tempo nuovi modelli di previsione meteorologica.
La missione Emit (Earth Surface Mineral Dust Source Investigation) avrà invece lo scopo di studiare la composizione della polvere che si alza dalle zone più aride del nostro pianeta. Per questo scopo verrà posizionato uno spettrometro a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, che misurerà l’assorbimento della luce da parte dei minerali e delle polveri disperse fino ad alta quota.
Con l’obiettivo di prevedere eventi atmosferici estremi e permettere alle persone in pericolo di mettersi in sicurezza per tempo, verrà poi lanciato nello spazio il satellite Jpss-2 (Joint Polar Satellite System). L’orbita sorvolerà sia il Polo sud sia il Polo nord e, rilevando temperatura e umidità un paio di volte al giorno, si ambisce a ottenere importanti informazioni utili anzitutto ai meteorologi. Affinché arrivino i primi dati, però, bisognerà aspettare una decina di anni, almeno il 2030 secondo i piani operativi di lavoro.
Infine, la missione Swot (Surface Water and Ocean Topography), prevista nel corso del mese di novembre, ha l’obiettivo di misurare la quantità di acqua presente negli oceani, nei mari e nei laghi. Con questa rilevazione si vogliono indagare gli effetti del cambiamento climatico sulle acque in forma liquida presenti sulla Terra. Il satellite sarà lanciato in orbita attraverso il razzo Falcon 9 di SpaceX.
Insomma, le 4 missioni programmate dalla Nasa per quest’anno mettono in luce quanto siano temuti gli effetti del cambiamento climatico e come sia importante indagare le conseguenze che potrebbero determinare sul breve e sul lungo periodo, con un impatto su tutte le forme viventi inclusi gli esseri umani.
Missioni lunari e marziane: si recupera il 2021
Tutte le missioni sulla Luna che erano state previste per il 2021 sono state rimandate e, di conseguenza, l’anno appena iniziato sarà denso di eventi, con una previsione di ben 10 viaggi verso il satellite naturale della Terra. La maggior parte di questi, come per la missione Swot, saranno effettuati utilizzando il vettore Falcon 9 di SpaceX.
La Nasa ha annunciato che nel corso del mese di febbraio si svolgerà anche una missione senza equipaggio, con lo scopo di analizzare nel dettaglio la superficie lunare e avere a disposizione le informazioni necessarie per organizzare vere e proprie spedizioni future per costruire basi sopra a sotto la superficie. A oggi si punta a raggiungere questo obiettivo di accampamento lunare entro il 2024. Durante questa missione, inoltre, è molto probabile che approderà sulla Luna la prima donna, visto che tra i candidati in questo momento ci sono due astronaute.
Nell'ottica di rendere possibile questo ritorno dell'umanità sul nostro satellite, e con obiettivi decisamente più ambiziosi rispetto al passato, nei prossimi mesi saranno inviati anche degli esploratori robotici da parte di molti paesi del mondo, per permettere rilevazioni molto più frequenti e precise di quanto sia stato possibile fino a oggi.
Estraendo materiali e acqua dalla superficie lunare, poi, sarà possibile ottenere informazioni molto utili per agevolare l’approdo su Marte, il traguardo più ambizioso dell’esplorazione spaziale di questo secolo. Nel corso del mese di settembre avrà luogo, in proposito, anche la seconda parte della missione ExoMars, già iniziata nel 2016 con la sonda Tgo che ha raggiunto l'orbita del pianeta rosso dopo oltre 6 mesi in volo. Nel corso del prossimo autunno inizierà il viaggio per portare su Marte un innovativo rover, chiamato Rosalind Franklin, capace di muoversi sulla superficie del pianeta e di penetrare il suolo, così da raccogliere informazioni molto dettagliate sugli elementi che lo caratterizzano.