La clonazione contro l’estinzione: storia di due furetti dai piedi neri, Noreen e Antonia
Noreen (foto sopra) e Antonia sono due cuccioli di quasi un anno, stanno bene, sono molto particolari. Sono tra i primi nati per clonazione di una specie a rischio in Nord America, i simpaticissimi furetti dai piedi neri. Sono nati nel maggio scorso e la notizia è stata annunciata ora dall’agenzia americana US Fish and Wildlife Service (USFWS), come racconta il quotidiano britannico The Guardian.
La clonazione è la tecnica di riproduzione non per via sessuata di un nuovo essere vivente, geneticamente identico, dalle cellule di un primo esemplare. È stata resa molto celebre nel 1996 dalla riuscita del primo storico esperimento con la pecora Dolly, nata nel 1996 nel Regno Unito. Ora potrebbe essere anche una nuova frontiera per far nascere nuovi cuccioli delle specie in estinzione o a rischio estinzione.
Furetti in via di estinzione
Noreen e Antonia (foto sopra) sono stati clonati partendo dai tessuti raccolti nel 1988 dalla furetta Willa. Dalle sue cellule era nata già nel 2020 Elizabeth Ann, il primo esemplare clonato di una specie a rischio.
I furetti dai piedi neri lo sono dal 1960. L’espansione dell’agricoltura, dei cani della prateria e altri fattori hanno portato a un drastico calo della loro popolazione che sfiorava il milione nell’Ottocento.
Nel 1979 si ritenevano estinti. Un piccolo gruppo venne ritrovato però nel 1981 nello Wyoming da un allevatore. È stato lanciato il Back-Footed Ferret Recovery Program: gli esemplari sono stati salvati e portati in cattività per tutelare questi rari mammiferi.
La progenitrice genetica Willa era una di loro, non aveva avuto discendenti. Li ha grazie alla conservazione dei suoi geni al Frozen Zoo di San Diego, in California, dove una criobanca ospita “colture cellulare, ovociti, spermatozoi e embrioni di mille specie”.
La furetta che morde i maschi
Anche Elizabeth Ann, la prima furetta clonata nel 2020 non ha discendenti, anche per il carattere un po’ particolare. “Non le piacciono i furetti maschi e non li fa nemmeno entrare nella sua buca nel terreno” racconta, al Washington Post, Ben Novak della no profit Revive & Restore. “Ne ha pure morso uno sul naso”.