Komo'oalewa, il quasi-satellite della Terra
La Luna è davvero l’unico satellite naturale della Terra? Fin da piccoli ci hanno sempre insegnato così, ma in realtà il nostro pianeta ha qualche altro quasi-satellite che lo accompagna nel proprio moto di rivoluzione intorno al Sole. Tra questi, quello più stabile si chiama Komo'oalewa e, come rilevato da una recente ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Communications Earth & Environment, pare sia costituito di silicati, quindi con caratteristiche di composizione simili a quelle della Luna. L'ipotesi più accreditata a oggi, infatti, è che Komo'oalewa si sia originato proprio dal più grande satellite naturale della Terra, forse a seguito di un impatto con un altro oggetto spaziale.
Un corpo celeste appena scoperto e affascinante
Komo'oalewa, il cui nome completo è 469219 Kamo'oalewa (o 2016 HO3), è stato scoperto nell’aprile del 2016 dal telescopio Pan Starrs1, gestito dall'Istituto di astronomia dell'università delle Hawaii e finanziato dall'ufficio di coordinamento della difesa planetaria della Nasa. Il nome che gli è stato attribuito, non a caso, è un parola hawaiana, che in italiano potrebbe essere grossomodo tradotto come oggetto celeste oscillante.
Komo'oalewa orbita intorno al Sole a una distanza variabile tra 0,90 e 1,10 unità astronomiche, ossia molto prossima a quella Terra-Sole, che vale appunto una unità astronomica. Il suo periodo di rivoluzione è di circa 365 giorni, e proprio per questo è definito come un quasi-satellite della Terra. Si tratta di un corpo grande appena 41 metri circa di diametro e che compie anche un moto intorno al nostro pianeta a traiettoria ellittica, con distanza variabile tra i 14,5 e 40 milioni di chilometri.
Sia per le sue piccole dimensioni sia per la lontananza dalla Terra, è stato finora molto complicato riuscire a raccogliere informazioni sufficienti per fare un’analisi completa delle caratteristiche di questo corpo celeste così particolare. Analizzando i movimenti di 2016 HO3, però, si è potuto però stabilire che da almeno 100 anni ha un’orbita abbastanza stabile intorno alla Terra, e si calcola che la manterrà ancora per diversi secoli.
Provenienza dalla Luna? Le prove a sostegno
Anche conoscendo a pieno i movimenti e l'orbita di Kamo'oalewa, non è comunque possibile stabilire con certezza l'origine si questo asteroide. Circa un anno dopo la sua scoperta, nei primi mesi del 2017 e quando la Terra si trovava tra il quasi satellite e il Sole, si sono verificate le condizioni migliori possibili per effettuare un’analisi più dettagliata.
In Arizona, attraverso l’utilizzo di due telescopi (il Large Binocular Telescope e il Lowell Discovery Telescope) è stato possibile ottenere qualche informazione in più sulla sua composizione. In particolare, è stata rilevata la presenza di silicati, una classe di minerali comuni nel nostro Sistema solare e in particolare presenti sulla Luna. Dopo alcuni anni di incertezze, qualche settimana fa con la pubblicazione già citata su Communications Earth & Environment sono arrivate ulteriori informazioni a sostegno di questa ipotesi.
In breve, analizzando lo spettro di riflessione (la riflettanza, in gergo tecnico) si è potuti risalire alla composizione del corpo celeste, confermando da un lato la presenza di silicati e dall’altro evidenziando notevoli differenze con le caratteristiche tipiche degli asteroidi. Alla luce di questi dati, pur non avendo ancora una prova schiacciante, appare molto probabile che il quasi-satellite Kamo'oalewa derivi dalla Luna, e che dunque si sia originato in conseguenza a uno scontro tra quest’ultima e un altro piccolo corpo celeste, con il distacco di un frammento lunare.
La missione cinese per la conferma definitiva
Anche se l’origine lunare di Kamo'oalewa sembra essere l’ipotesi più accreditata, non mancano le proposte alternative, dato che potrebbe potenzialmente trattarsi di un satellite proveniente da altrove e con caratteristiche particolari. Per andare a fondo sulla reale natura del curioso corpo celeste, è stata programmata per il 2025 una missione cinese che ha l’obiettivo di analizzarlo più da vicino. Attraverso una sonda verranno prelevati alcuni campioni dalla superficie e, dopo averli riportati sulla Terra, potranno essere utilizzati per un confronto approfondito con quelli raccolti dalla superficie lunare. Facile a dirsi, ma non altrettanto da realizzare nella pratica.
L’esplorazione, denominata ZhengHe dall'omonimo marinaio cinese quattrocentesco, oltre a indagare Kamo'oalewa e cercare di dare risposte definitive sulla sua origine studierà anche 311/Pantrarrs, una cometa periodica appartenente alla famiglia delle comete della fascia principale e diventata famosa per aver prodotto sei code di polvere. Ma dovremo attendere ancora qualche anno.