Coste italiane invase dal granchio blu alieno: quali sono i rischi
Le popolazioni di granchio reale blu, specie aliena proveniente dall'Atlantico, hanno letteralmente invaso i nostri mari. Secondo una stima fatta dall'Ispra sarebbero del resto oltre 3.000 le specie "aliene" già presenti oggi nelle nostre acque: un numero tale da compromettere gli equilibri degli ecosistemi. Ma come sono arrivati sulle nostre coste e quali sono i rischi legati alla loro presenza?
Ispra: più di 3.000 specie aliene in Italia
L'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. l'Ispra, spiega come tra queste 3.000 specie "aliene", arrivate da altri habitat naturali lontani e presenti sul nostro territorio troviamo invertebrati, pesci, piante, rettili, anfibi, uccelli e mammiferi. Il fenomeno in Italia sembra essere particolarmente forte, visto che il rapporto Ispra evidenzia, negli ultimi 30 anni, una crescita nel nostro Paese del 96% rispetto alla media del 76% registrata a livello europeo.
Specie aliene in Italia, quali sono le cause?
La crescita vertiginosa di questi organismi è legata principalmente a due fattori:
- scambi commerciali internazionali sempre più numerosi e capillari
- effetto "tropicalizzante" dei cambiamenti climatici
Se da un lato il commercio con altri Paesi può favorire l'ingresso nel nostro Paese di organismi solitamente presenti in habitat diversi, dall'altro il cambiamento climatico in atto contribuisce a rendere loro "ospitali" i nostri mari, grazie al riscaldamento delle acque.
Tra le specie che destano maggiore preoccupazione perché classificati "alieni invasivi" c'è un crostaceo: il Granchio blu (Callinectes sapidus) conosciuto anche come Granchio reale blu o granchio azzurro.
Granchio blu, dai primi avvistamenti a oggi
Il granchio reale blu è tutt'altro che nuovo per i nostri ecosistemi. I primi avvistamenti di questo crostaceo risalgono infatti alla prima metà del Novecento, quando fu notato nell'area di Grado, in Friuli Venezia Giulia. Perché allora oggi questa "presenza anomala" torna a fare notizia? Se fino a qualche tempo fa gli avvistamenti di granchio blu erano considerati eventi sporadici, oggi la sua esplosione demografica lo rende uno degli abitanti abbastanza comuni lungo le coste del mar Adriatico.
La presenza di granchio azzurro è stata segnalata anche nel Mar Ligure e lungo le coste laziali, in particolare nei pressi di Ostia e Ladispoli.
Il suo arrivo nei nostri mari pare sia dovuto a larve ed esemplari adulti trasportati e successivamente liberati dalle acque di zavorra delle navi. Le larve - che necessitano di temperature di almeno 15° per svilupparsi normalmente - avrebbero poi trovato nei nostri mari le condizioni climatiche ed ecologiche idonee. Per comprendere i motivi di un boom demografico così grande è sufficiente pensare che una femmina adulta può arrivare a deporre fino a 2 milioni di uova.
Granchio reale blu, ecco come riconoscerlo
Originario delle coste orientali del continente americano, il granchio reale blu è un crostaceo decapode che vive fino a 35 metri di profondità. La specie deve il suo nome al colore delle chele, che negli esemplari maschi si presenta tendente al blu (mentre nelle femmine è rossa) e delle zampe. Il resto del corpo è invece di colorazione grigio-verdastra. I margini ai lati degli occhi sono seghettati ed è presente un grosso spuntone agli apici destro e sinistro della “corazza”.
Crostaceo di grosse dimensioni - può raggiungere i 23 cm di larghezza e i 15 cm di lunghezza - è in grado di sopravvivere in acque di temperatura compresa tra 3 e 35°.
Granchio reale, quale minaccia per gli ecosistemi?
Il granchio reale è un abile predatore, che divora tutti i tipi di piccole prede che riesce a catturare. Cozze, vongole, telline e molluschi gasteropodi, ma anche altri crostacei, meduse, piccoli pesci, vermi ed echinodermi che finiscono nelle sue chele non hanno scampo.
Le dimensioni significative del granchio reale blu gli permettono di avere la meglio su molte specie autoctone, rese già deboli dalle difficoltà di adattamento al cambiamento climatico. Se da un lato gli esperti non sono ancora in grado di quantificare i danni legati alla presenza dei granchi blu per i nostri ecosistemi, dall'altro questo desta grande preoccupazione nei biologi.