Gigantesca macchia solare AR3038: raddoppiata in pochi giorni, è già 3 volte la Terra | VIDEO
La macchia solare AR3038 continua a crescere. Dal giorno della sua scoperta, il 19 giugno, AR3038 sta crescendo a un'incredibile velocità tra lo stupore e quealche preoccupazione degli esperti. Tra i rischi legati alle sue dimensioni rientrano possibili tempeste geomagnetiche e l'interruzione del sistema gps.
La macchia solare AR3038 è diventata enorme: raddoppiate le sue dimensioni
Già quando è stata scoperta, il 19 giugno, la macchia solare AR3038 aveva dimensioni notevoli. A distanza di pochissimi giorni però continua a crescere come ha sottolineato Tony Phillips, autore di SpaceWeather.com, che ha precisato "oggi è davvero enorme". Nel giro di una settimana, infatti, la macchia solare ha raddoppiato le sue dimensioni superando di ben tre volte la superficie del pianeta Terra.
La crescita spropositata della macchia solare secondo gli scienziati e studiosi potrebbe causare nei prossimi giorni l'esplosione di brillamenti di tipo M. Si tratta di una ipotesi non lontanissima che, nel caso si verificasse, potrebbe generare dei blackout.
Proprio gli scienziati e studiati hanno avvisato che nel weekend del 25 e 26 giugno c'è una probabilità del 20% di blackout come riportato anche dal forecast della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA).
Cosa sono le macchie solari? La spiegazione della Nasa
Ma cosa sono le macchie solari? A fornirne una spiegazione è stata la Nasa: le macchie solari sono delle aree della superficie solare di colore scuro. Il colore è legato alla presenza di temperature più fredde rispetto al resto della superficie. Questa condizione, infatti, è legata alla formazione di queste macchie solari che si creano con la presenza di campi magnetici forti in grado di impedire il passaggio di una parte del calore del Sole. Attenzione: quando parliamo di macchie solari ciò non significa per forza di cosa brillamenti solari, ossia tempeste geomagnetiche.
Sicuramente la macchia solare AR3038 preoccupa gli scienziati per le sue enormi dimensioni che potrebbero generare una serie di emissione di brillamenti anche se per il momento l'attività solare è stata registrata bassa come spiegato dal 3-days forecast dell'americana National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa).