Fukushima, l’acqua usata nei reattori sarà sversata in mare: è sicuro per l’ambiente? VIDEO
È arrivato il via libera dell’Onu allo sversamento nell’Oceano delle acque usate per raffreddare i reattori della centrale nucleare di Fukushima, severamente danneggiata dal terremoto e seguente tsunami del 2011. In particolare l’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ha fatto sapere che il piano del Giappone è “coerente con gli standard di sicurezza internazionali” e che il rilascio dell’acqua contaminata avrebbe un impatto “trascurabile sulle persone e sull’ambiente”. C’è però chi contesta queste conclusioni, e sostiene che una simile mossa danneggerà sia l’ambiente che le persone. Ecco in cosa consiste il piano del Giappone, e chi vi si oppone.
Che cosa succede a Fukushima
Per capire cosa sta accadendo, è necessario fare un passo indietro a ormai 12 anni fa. Nel marzo del 2011 un violento terremoto e un seguente tsunami hanno danneggiato gravemente la centrale nucleare di Fukushima, in Giappone. I danni causati dai cataclismi hanno portato alla parziale fusione del nocciolo di tre dei reattori della centrale. Da allora, come riporta il Corriere della Sera, le autorità - oltre all’evacuazione della popolazione allora residente intorno all’impianto - si sono impegnate in un’operazione gigantesca per bloccare il meltdown. Il combustibile nucleare parzialmente fuso deve essere costantemente raffreddato, e a questo scopo vengono utilizzate circa 200 tonnellate di acqua al giorno. Oggi sono oltre mille i depositi costruiti intorno alla centrale riempiti con quest’acqua, e da anni si discute della possibilità di sversarla in modo controllato nell’oceano.
Il piano di sversamento nell’Oceano
Il piano delle autorità giapponesi prevede che la società che gestisce la centrale nucleare di Fukushima, la Tokyo Electric Power Company, si occupi di trattare l’acqua per pulirla dalle sostanze radioattive e di farla arrivare dalla centrale alla costa attraverso una conduttura. Lì le acque verranno diluite con acqua di mare e poi fatte passare attraverso un tunnel sottomarino fino a uno sbocco in mare aperto. Ma non saranno disperse tutte nello stesso momento: l’intero processo durerà circa quarant’anni. L’acqua proveniente dalla centrale, però, non è del tutto ripulita: come riporta il Post infatti continua a contenere il trizio, un isotopo dell’idrogeno che non può essere rimosso, e piccole quantità di altri materiali.
Le acque di Fukushima sono pericolose?
L’idea - portata avanti dal 2019 e negli ultimi anni diventata sempre più concreta - è stata avvallata dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica, l’organismo dell’Onu che si occupa di queste questioni. Per l’Aiea il piano è “coerente con gli standard di sicurezza internazionali” e il rilascio dell’acqua contaminata avrebbe un impatto “trascurabile sulle persone e sull’ambiente”. C’è però chi si oppone a questo progetto, tra tutti - oltre a diverse organizzazioni ambientalisti e i pescatori che operano nell’area - la Corea del Sud e la Cina. Pechino ha affermato che disperdere in mare quell’acqua “è estremamente irresponsabile”.