Erbe spontanee, attenzione a non confondere quelle "buone" con le piante selvatiche tossiche
Con l'arrivo della primavera sono molte le persone che si dedicano alla raccolta delle erbe spontanee. Purtroppo però questa abitudine può portare i meno esperti a scambiare piante selvatiche tossiche per erbe "buone", facendo crescere - in questo periodo dell'anno - i casi di intossicazione alimentare.
Erbe selvatiche commestibili alleate del benessere
Raccogliere erbe spontanee può sicuramente apportare numerosi benefici al nostro organismo. Tra le piante benefiche che - in questo periodo - crescono spontaneamente nei campi ce ne sono molte che possono anche essere essiccate e conservate per l'inverno, così da averle a disposizione tutto l'anno.
Tra le più conosciute e apprezzate ricordiamo la lavanda, la cicoria selvatica, l'amaranto, la portulaca e il tarassaco, spesso utilizzate per la preparazione di tisane e infusi a effetto calmante e depurativo, per rafforzare il sistema immunitario o migliorare la digestione.
La raccolta però non dovrebbe mai essere fatta con leggerezza, ma solo se siamo in grado di riconoscerle bene. Molte di queste erbe hanno infatti dei "sosia" che - dietro un'apparente somiglianza con la pianta benefica - nascondono a volte livelli di tossicità. Alcune di loro possono causare problemi alla salute se ingerite in grande quantità - come la mentuccia, spesso scambiata per menta piperita - mentre altre possono causare intossicazioni anche se ingerite in piccole dosi. È questo il caso del colchico, che un occhio poco esperto potrebbe scambiare per aglio orsino. Se utilizzato in cucina al posto dell'erba aromatica "buona" può causare vomito, diarrea, difficoltà respiratorie e - nei casi più rari e gravi - portare addirittura al decesso.
Anche la datura stramonium, meglio conosciuta come "corno del Diavolo", può rivelarsi molto dannosa se erroneamente scambiata per i fiori di zucca selvatici. Ne sanno qualcosa le quattro persone che nei giorni scorsi sono dovute ricorrere alle cure dell'ospedale Gravina di Caltagirone, dopo aver raccolto e mangiato - per errore - questi fiori selvatici non commestibili. Questo sbaglio - evidentemente dovuto alla scarsa conoscenza delle erbe selvatiche - ha provocato ai malcapitati i classici sintomi da avvelenamento: vomito, forti dolori addominali e ipotensione.
Raccogliere erbe selvatiche spontanee, i consigli
Per evitare spiacevoli inconvenienti è bene non raccogliere erbe spontanee o selvatiche se non siete esperti o se non potete contare sulla consulenza di persone esperte.
Oltre a saper riconoscere le piante "buone" da quelle tossiche, è anche importante fare attenzione ai luoghi in cui si raccolgono. In generale è sempre bene evitare luoghi inquinati vicini a strade molto frequentate o ferrovie, per evitare di portarsi a casa anche inquinanti e veleni tutt'altro che salutari.