Curiosity ha trovato la vita su Marte?
Il rover Curiosity in missione su Marte ha trovato la vita sul pianeta rosso? Prima di pensare ad alieni e a cospirazioni varie è bene concentrarsi sull'importante scoperta scientifica fatta dalla Nasa. Il rover ha trovato un isotopo del carbonio che sulla Terra è associato a processi biologici. Si sono pertanto riaccese le speranze degli scienziati e degli studiosi di trovare tracce di antiche forme di vita microbica.
Curiosity su Marte: la scoperta
C'è vita su Marte? Da anni e anni gli scienziati e i semplici curiosi si pongono questa domanda. La scoperta di Curiosity ha riacceso le speranze di alcuni. Il rover ha infatti trovato un isotopo di carbonio che potremmo associare alla presenza di processi biologici. E' bene però sottolineare come al momento non sia ancora possibile escludere che questo carbonio derivi da fonti non biologiche, come polveri cosmiche o alcune reazioni chimiche nell'atmosfera marziana.
Nello studio dell'Accademia americana delle scienze (Pnas) effettuato da un team di esperti e scienziati coordinato dalla Penn State University, a cui ha partecipato anche il Centro Goddard della Nasa, sono stati presi in esame ben ventiquattro campioni di roccia prelevati da cinque diverse aree del cratere Gale, dove il rover si è posato nell'ormai lontano 6 agosto del 2012.
Così come elencato nella ricerca che è stata pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences il 18 gennaio, il materiale è stato scaldato a 850 gradi per favorire il rilascio di gas metano che poi è stato analizzato attraverso il Tunable Laser Spectrometer. Tale esame ha messo in luce la presenza del carbonio 12 in quantità piuttosto elevate rispetto a quelle riscontrate nell’atmosfera e nelle meteoriti marziane.
Carbonio su Marte: le possibili ipotesi degli scienziati sui campioni prelevati da Curiosity
Come si sono spiegati gli scienziati l'importante scoperta fatta da Curiosity su Marte? Tre sono le possibili ipotesi formulate dagli esperti in merito alla presenza di carbonio sul Pianeta rosso.
- la prima prende in considerazione il fatto che il carbonio derivi da antichi batteri. E' dunque possibile che i batteri abbiano rilasciato metano in atmosfera, dove la luce ultravioletta avrebbe poi trasformato il gas in molecole più grandi e complesse.
- la seconda che il carbonio possa essere derivato dall’interazione tra la luce ultravioletta e l’anidride carbonica dell’atmosfera.
- la terza che il carbonio possa derivare da una gigantesca nube interstellare ricca di carbonio 12 che il Sistema solare avrebbe attraversato ai suoi albori.
Si attende con ansia, però, di poter incrociare questi dati con quelli forniti dall'altro rover, il Perseverance. Solo così si potrà avere una risposta più chiara.