Crisi idrica: entro il 2030 non ci sarà più acqua dolce per tutti
Entro la fine di questo decennio, ossia prima del 2030, la domanda di acqua dolce potrebbe diventare addirittura del 40% superiore rispetto alla sua disponibilità. Questo è ciò che è emerso in particolare dal report Turning, pubblicato dalla Commissione globale sull’economia dell’acqua, che ha messo in luce un problema in costante peggioramento e che rischia di compromettere gli equilibri futuri degli ecosistemi viventi. Le cause sono una combinazione di fattori naturali e antropici, con conseguenze arriveranno a incidere su tutte le creature terrestri, inclusa la salute delle persone.
La crisi idrica globale è il risultato di molteplici elementi, tra cui eventi atmosferici estremi, cambiamento climatico e cattiva gestione dell’acqua da parte degli esseri umani. Le piogge sono più irregolari, la popolazione è in costante aumento e l’inquinamento di laghi e falde acquifere complica l’accesso all’acqua potabile.
La situazione è critica in generale, ma in alcune zone del pianeta le condizioni di forte siccità sono ancora più gravi, ostacolando il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Basta pensare che ogni 80 secondi nel mondo un bambino al di sotto dei 5 anni muore per malattie legate alla contaminazione dell’acqua. Infatti, non si tratta solamente di un problema di scarsità, ma anche di un limite per la sicurezza alimentare e il rispetto degli standard igienico-sanitari.
Oltre a smettere di sottovalutare il problema dell’acqua e tutti quelli correlati, potrebbe essere utile sviluppare sistemi di stoccaggio o in grado di produrre nuova acqua potabile, ma anche ridurre lo spreco in alcuni settori ad alto consumo, come l’agricoltura e il comparto tessile.