Come vedere le Orionidi, le "stelle cadenti" d'autunno
Lo sciame meteorico delle Orionidi è il protagonista indiscusso del cielo notturno d'ottobre. Formalmente la sua spettacolare presenza va dal 2 ottobre fino al 7 novembre, ma le probabilità di osservare una meteora sono massime all'inizio della terza decade del mese, e in particolare nelle notti tra martedì 20 e giovedì 22 ottobre. Le chance sono comunque ottime pure nelle date immediatamente precedenti, così come in quelle successive.
Che cosa sono le Orionidi
Le cosiddette "stelle cadenti" d'autunno sono dovute alla cometa di Halley. Non si tratta ovviamente di stelle, ma di detriti e frammenti generati dalla cometa stessa nel suo vagare nello spazio all'interno del Sistema Solare. Briciole di Halley, come qualcuno le chiama. Anche le Eta Aquaridi, visibili a maggio, sono dovute alla cometa di Halley, tanto che qualcuno descrive i due come gli sciami fratelli.
Le Orionidi si vedono nel momento in cui la Terra, nel suo moto di rivoluzione intorno al Sole, attraversa la zona di spazio in cui si trovano i detriti della scia della cometa. Ossia, in pratica, ne interseca l'orbita. I detriti penetrano dunque nell'atmosfera terrestre e a causa dell'attrito con l'aria iniziano a bruciare, generando spettacolari scie luminose infuocate.
Secondo l'attuale parere della comunità scientifica, i detriti sarebbero stati generati negli ultimi 2.200 anni, e hanno come peculiarità una forte irregolarità nelle caratteristiche, nella composizione degli sciami e nel flusso di scie generate. All'interno dello sciame, infatti, sono stati identificati dei filamenti, ossia delle traiettorie in cui i frammenti tendono a essere più numerosi, probabilmente perché coincidono con una delle traiettorie effettivamente percorse dalla cometa.
Vedere le Orionidi
La prima cosa da fare per riuscire a osservare le scie luminose è ovviamente porsi nelle giuste condizioni. Notte di cielo sereno, da una posizione con poco inquinamento luminoso, guadagnandosi una visuale ampia, lasciando il tempo agli occhi di abituarsi all'oscurità e armati di buona pazienza: senza questi ingredienti, la visione sarebbe impossibile.
Lo step successivo è guardare nella parte giusta del cielo. In questo caso è piuttosto semplice perché, come suggerisce il nome, le Orionidi arrivano dritte dritte dalla costellazione Orione. Questa è molto semplice da identificare nel cielo, con la sua caratteristica forma a clessidra e la sua posizione prossima all'equatore celeste. Ed è detta anche Cacciatore, perché nel suo moto apparente esce (ossia sale) nelle ore notturne, dopo la mezzanotte e dal lato est, raggiungendo la massima visibilità prima dell'alba, prima che la luce del Sole ne impedisca la visione. In realtà comunque Orione fa solo da punto di riferimento di massima, perché l'area di provenienza delle scie è piuttosto ampia, e leggermente decentrata verso la costellazione dei Gemelli.
Le Orionidi sono celebri anche per essere relativamente semplici da vedere. Anzitutto perché, nei giorni prossimi al picco, si raggiungono le 20 scie luminose all'ora (ossia una ogni 3 minuti, in media), e soprattutto le code di gas ionizzato che si generano sono particolarmente persistenti, dunque facili di identificare. Queste tracce possono durare diversi secondi anche una volta che la meteora in sé è già andata distrutta, un centinaio di chilometri sopra le nostre teste. Altra caratteristiche dello sciame è l'occupare una porzione di cielo relativamente ampia, soprattutto se confrontata con quelle di altri, e a volte le scie più potenti e luminose si frammentano ulteriormente, dando vita a uno spettacolo ancora più particolare. Il colore tipico delle meteore è tra il giallo e il verde, e la loro velocità rispetto alla Terra è di 66 chilometri al secondo.
Per quanto riguarda gli orari, conviene alzarsi presto anziché andare a letto tardi. Il momento migliore per osservare le Orionidi è infatti poco prima dell'alba (come per la costellazione di Orione), per lo meno per chi si trova nell'emisfero boreale alle medie latitudini. Il giorno ideale è come detto il 21 ottobre, ma ci sono diverse albe prima e dopo quella data con ottime probabilità di visione. Bisogna comunque tenere conto che non è possibile prevedere in anticipo quale nottata sarà la più ricca di scie, perché gli sciami variano a sorpresa di notte in notte. Per chi volesse proprio esagerare, l'ideale sarebbe spostarsi nell'emisfero australe, dove con un po' di fortuna si possono raggiungere anche le 50 scie luminose al minuto, nei giorni di massima attività.