Clima, Nord-Ovest alle prese con una grave siccità: fiumi in secca e danni all’agricoltura
L'allarme siccità nel Nord-Ovest del Paese sta diventando sempre più preoccupante. Le precipitazioni hanno interessato principalmente il Centro-Sud, senza riuscire a raggiungere e superare la barriera dell'arco alpino. La situazione - simile a quella già vissuta lo scorso anno - sta già facendo sentire i suoi effetti sui fiumi e sull'agricoltura.
Nord-Ovest d'Italia alle prese con la siccità
Potremmo parlare di un replay di quanto accaduto lo scorso inverno, quando la penuria di precipitazioni ha colpito le regioni del Nord-Ovest. Quest'anno la situazione sembra essere addirittura più preoccupante, con l'anticiclone e il caldo anomalo che hanno riportato alla ribalta il tema della siccità, uniti alle previsioni decisamente poco incoraggianti per i prossimi giorni.
Le perturbazioni autunnali prima, e quelle "transitate" sul nostro Paese nelle ultime settimane poi, hanno interessato maggiormente le aree del Nord-Est e il Centro-Sud. La parentesi decisamente "asciutta" di questo inizio febbraio non fa che peggiorare le cose, e destare grande preoccupazione per il crescente allarme siccità che interessa prevalentemente il Piemonte, parte della Lombardia e della Liguria.
Agricoltura a rischio a causa delle scarse precipitazioni
Nelle zone maggiormente colpite dall'assenza di piogge ci sono già i primi razionamenti idrici, con gravissime ripercussioni sulle coltivazioni agricole. In particolare la carenza di precipitazioni potrebbe incidere negativamente nella produzione del riso, tipica di molte queste aree.
Per comprendere appieno l'entità del fenomeno basta pensare che proprio il Piemonte - con oltre 112 mila ettari di terreno destinato alla coltivazione di questo cereale - rappresenta la zona più "risicola" d'Italia. E proprio nella regione più occidentale d'Italia si stima che verranno coltivati quasi 8 mila ettari di riso in meno.
Grandi laghi, livelli ai minimi storici
La scarsità di precipitazioni che ha caratterizzato gli ultimi mesi ha portato i livelli di alcuni dei grandi laghi italiani ai minimi storici. Il lago di Garda è appena al 37% del riempimento ed erano 35 anni che non vedevamo così poca acqua in questo periodo dell'anno.
Il più grande lago italiano è solo uno dei tanti esempi della situazione anomala e preoccupante che sta interessando fiumi e grandi specchi d'acqua del Nord-Ovest. Per cercare di porre rimedio a questa situazione possiamo solo sperare nell'arrivo delle precipitazioni per le prossime settimane, con una primavera ricca di piogge regolari. D'altronde non possiamo fare grande affidamento neppure sullo scioglimento delle nevi, poiché le nevicate in montagna sono risultate irregolari e nel complesso scarse, e difficilmente gli effetti del tepore primaverile riusciranno a limitare il deficit e alimentare in modo importante falde e corsi d’acqua.