Castagne e marroni, che differenza c’è?
L’autunno è la stagione delle castagne e dei marroni: molto spesso, nel linguaggio comune, queste due parole si utilizzano come sinonimi ma, in realtà, indicano frutti diversi e con caratteristiche differenti. Per esempio, la castagna è tipicamente più piccola, mentre il marrone ha una forma più rotondeggiante e non ha la classica superficie piatta.
Per molte persone i marroni sono considerati un frutto più pregiato rispetto alle castagne. Infatti, si ottengono attraverso opportuni innesti sulle piante di Castanea sativa (il castagno europeo cosiddetto selvatico). Queste differenze si evidenziano nel sapore: mentre la castagna è meno saporita e con una dolcezza appena accennata, il marrone è più croccante e ha un gusto più deciso. La prima è ottima bollita o arrostita, il secondo molto spesso viene apprezzato anche in pasticceria.
Somiglianza? Meglio non fermarsi alle apparenze
Castagne e maroni sono ovviamente parenti stretti dal punto di vista biologico, inoltre condividono una serie di caratteristiche comuni sia dal punto di vista estetico sia organolettico, incluso il fatto di avere proprietà nutritive molto utili per il benessere dell’organismo. Tuttavia, un occhio attento ed esperto è certamente grado di identificare numerose differenze.
Anzitutto, il riccio della castagna può far crescere fino a contenere 7 frutti, mentre il riccio del marrone ne può ospitare al massimo 3. Un’altra differenza che si nota senza troppa difficoltà riguarda la buccia: quella delle castagne è più scura e resistente, con la cicatrice ilare (ossia la parte in basso, più chiara) più tondeggiante e la punta più affusolata. Passando poi alla pellicola, la pellicina che avvolge il frutto e lo separa dalla buccia è molto facile da rimuovere nel caso dei marroni, mentre è tipicamente molto più difficile da separare nelle castagne.
Insomma, la prossima volta che capiterà di mangiare delle castagne, assicuratevi che siano veramente castagne e non marroni. E viceversa.