Caldo senza fine: l'agricoltura è in ginocchio per le temperature troppo elevate
Siamo in pieno autunno, eppure le temperature sono ancora decisamente miti, per non dire estive. Le conseguenze peggiori ricadono anche sull’agricoltura, dove le perdite da inizio anno hanno superato i 6 miliardi di euro, pari al 10% della produzione totale. Temperature così alte e, soprattutto, la carenza di piogge sta mettendo a rischio anche le semine autunnali di grano e altri cereali.
I segni del cambiamento climatico
Secondo quanto emerso alla conferenza sul clima Cop27 a Sharm El Sheikh, il mese di ottobre è stato il secondo più caldo dal 1800 a livello nazionale e, addirittura, il peggiore se si considera solamente il nord della penisola.
Già prima di questa ondata di caldo anomala, il 2022 era stato un anno particolarmente mite: i primi 10 mesi dell’anno hanno registrato una temperatura media superiore di 1,07°C rispetto alla media storica. Tutto questo ha determinato gravi conseguenze a livello ambientale, con tantissime piante fiorite fuori stagione in diverse regioni italiane. Per esempio, in Puglia i ciliegi sono sbocciati con ben 5 mesi di anticipo. Una sorte simile è toccata ai nespoli e alle mimose in Veneto.
Le fioriture anticipate, come sottolinea Coldiretti, sono pericolose perché espongono le piante alle successive diminuzioni delle temperature con la conseguente possibile perdita di produttività delle coltivazioni. Questa novembrata, come sono state definite le condizioni di caldo anomale di queste settimane, ha determinato danni all’agricoltura un po’ ovunque, ma soprattutto al sud e nelle isole, dove continuano a esserci picchi di temperatura oltre i 25°C.