Buco nero, "grido di nascita": catturato un evento spaziale davvero unico
Ci sono novità importanti per lo studio di un buco nero. E' stato catturato un evento spaziale davvero unico, quale? Quello del "grido di nascita" di un nuovo buco nero. Ecco come ci sono riusciti gli scienziati e tutte le news sullo studio compiuto e i risultati ottenuti.
"Grido di nascita" di un buco nero: la parola agli scienziati
Come si è catturato il "grido di nascita" di un nuovo buco nero? Come è stato possibile decifrarlo? Gli scienziati si sono focalizzati su un’ondata di luce molto potente, un'ondata composta da raggi gamma e raggi X che è passata attraverso il sistema solare. Quest'ultima ha innescato non solo i rilevatori a bordo del telescopio spaziale Fermi Gamma-ray della Nasa, ma anche di altri telescopi, catturando la loro attenzione e quella di numerosi scienziati e astronomi. Analizzando questi dati hanno iniziato a ipotizzare che quello potesse essere il "grido di nascita" del buco nero perché si tratta di un evento in cui potenti getti di particelle hanno velocità prossime a quelle della luce.
Perché la cattura di questi raggi X e raggi gamma è stata sorprendente? Perché per la nuova cattura di un "urlo di nascita" di un buco nero potrebbero passare decenni.
Cos'altro sappiamo? Ebbene, secondo gli scienziati l’oggetto celeste si è probabilmente formato nel cuore di un’enorme stella che a quanto pare è collassata. Secondo i calcoli che sono stati effettuati pare che l'esplosione si sia verificata all'incirca 1,9 miliardi anni fa.
Che cos'è l'urlo di un buco nero?
Per comprendere al meglio i dati presentati dagli scienziati dobbiamo anche capire che cos'è l'urlo di un buco nero. Come abbiamo capito l'urlo è composto da un insieme di raggi X e raggi Gamma che viaggiano a velocità elevate.
Occorre sapere inoltre che di solito i lampi gamma del buco nero sono divisi in due tipologie:
- brevi: ovvero quando durano meno di 2 secondi
- lunghi: oltre i due secondi
- ultra-lunghi: sarebbe questa una terza categoria che racchiude quelli che superano le sette ore, ma su questo non esiste un consenso scientifico.