I biocarburanti non fanno poi così bene all’ambiente?
I biocarburanti rischiano di passare da strumento utile per combattere il cambiamento climatico a rischio aggiuntivo per l'ambiente, in quanto potrebbero addirittura avere un impatto peggiore rispetto ai carburanti tradizionali.
Questo è ciò che emerge da uno studio scientifico condotto negli Stati Uniti che mette in luce come l’utilizzo su larga scala del bioetanolo abbia non pochi aspetti negativi. Da un lato infatti questo biocarburante determina l’ampliamento delle aree destinate alla coltivazione del mais, dall’altro causa emissioni di CO2 a seguito della lavorazione di terreni ricchi di carbonio e dell’aumento nell'utilizzo di fertilizzanti.
I modelli per la sostenibilità energetica ideati dal governo degli Stati Uniti qualche anno fa necessitano quindi di una revisione perché - a quanto pare - incrementare l’utilizzo di biocarburanti oltre un certo limite non porta alcun beneficio, ma anzi può diventare controproducente.
Altro che abbattimento delle emissioni
Il bioetanolo è un carburante che si ottiene dal mais fermentato, utilizzato negli Stati Uniti per limitare l’utilizzo di carburanti tradizionali e diminuire l’impatto ambientale. Di fatto, dal 2016 i produttori di benzina devono inserire 15 miliardi di litri di etanolo di mais nel carburante per i trasporti al fine di raggiungere l’obiettivo prefissato dal programma federale Renewable fuel standard (Rfs).
Proprio nel febbraio di quest’anno è arrivato, a frenare gli entusiasmi, l’allarme di un gruppo di scienziati dell'università del Wisconsin-Madison. In uno studio pubblicato sulla rivista Pnas sono stati analizzati gli effetti del programma Rfs su costi economici ed espansione dei terreni agricoli. Anzitutto, il prezzo del mais ha subito un aumento considerevole e i terreni adibiti a questa coltura sono aumentati dal 2008 al 2016 di ben 2,1 miliardi di ettari, pari a oltre il 2%.
Il beneficio atteso dall’utilizzo di bioetanolo era quello di ridurre l’emissione di anidride carbonica. Ma anche la coltivazione del mais genera emissioni, soprattutto perché negli Stati Uniti i terreni dove viene coltivato questo cereale determinano l’emissione di sostanze tossiche. Il resto lo fanno i fertilizzanti, il trasporto e la lavorazione delle materie prime che, come è facile intuire, non sono processi a impatto ambientale nullo.
Se dunque l’utilizzo dei biocarburanti di per sé non è una scelta sbagliata, è giusto prestare grande attenzione nel creare modelli matematici completi e attendibili, in grado di definire qual è la percentuale più opportuna da miscelare nei carburanti tradizionali.