“Amarena era innocua”. Chiuse le indagini per l’uccisione dell’orsa
La convivenza con gli orsi è diventata negli anni oggetto di un lungo dibattito, perfino politico. I due casi purtroppo più noti sono quelli del runner Andrea Papi morto per un’aggressione nell’aprile 2023 in Trentino e quello dell’orsa Amarena uccisa nell’agosto 2023 in Abruzzo.
Per quest’ultimo caso, come riporta la Repubblica, sono state chiuse le indagini sotto la guida dal procuratore capo del tribunale di Avezzano (L'Aquila), Maurizio Maria Cerrato. All’unico indagato per aver ammazzato a fucilate l’orsa, beniamina di tanti assieme al figlio Juan Carrito (morto investito nel gennaio di quell’anno), all'unico iscritto nel registro degli indagati viene contestata l'uccisione di animali aggravata dalla crudeltà e dagli spari pericolosi.
“Amarena non era pericolosa”
Amarena è stata uccisa a fucilate, nella notte del 31 agosto 2023, a San Benedetto dei Marsi, nell'Aquilano. Un commerciante del posto di 56 anni le ha sparato con una carabina 7.62.
Al momento dello sparo, secondo la relazione del medico legale Rosario Fico, era innocua. I suoi due cuccioli sono riusciti a fuggire nel bosco e da allora la loro sorte viene seguita con la massima attenzione.
Animalisti: “Giustizia e risarcimento per gli orsi”
Ci sono molte associazioni animaliste che vogliono costituirsi parte civile. “Salviamo l'orso”, con il presidente Stefano Orlandini, fa sapere: "Come annunciammo a settembre 2023, in caso di condanna dell'imputato, condanna che riteniamo certa, chiederemo in sede civile un risarcimento milionario che lo costringa a passare i prossimi anni tra avvocati e aule di Tribunale come è accaduto a colui che nel 2014 uccise un orso a Pettorano sul Gizio in circostanze simili e, se Dio vuole, alla fine del procedimento utilizzeremo il suo denaro per aiutare i nostri orsi".
"Amarena è l'ennesima vittima non solo della pericolosità sociale d'individui, cui pure si concede il porto d'armi, ma anche del clima d'odio nei confronti dei grandi carnivori fomentato in Italia da alcuni esponenti politici. Auspichiamo che si arrivi a una condanna esemplare” commenta l'Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa).
"L’uccisione di Amarena non è soltanto un crimine contro la vita di un altro essere senziente, il quale peraltro non rappresentava un pericolo, ma costituisce anche un danno irreparabile per la conservazione di una specie a rischio e quindi per la biodiversità tutta”, scrive l’Ente Nazionale Protezione Animali in una nota. “Di orsi marsicani ne restano appena 50 esemplari”.