Processionaria del pino in Alto Adige, la più grave infestazione degli ultimi 10 anni
Allarme in Val Venosta, per la più grave infestazione di processionaria del pino degli ultimi 10 anni. Sono molti i comuni dell'Alto Adige interessati dall'intervento di lotta biologica, disposto a partire dal 1 marzo. Il preparato, innocuo per persone e animali, viene rilasciato dagli elicotteri in volo nelle zone interessate dall'infestazione.
Processionaria in Alto Adige, i primi segnali preoccupanti a gennaio
Già a inizio anno era stato segnalato un consistente aumento delle falene, registrato a seguito dei controlli periodici svolti dagli ispettori forestali. Il personale addetto alla verifica della situazione infestante da processionaria del pino nei boschi della provincia di Bolzano ogni inverno posiziona delle trappole a feronomi. Queste trappole consentono di quantificare la "popolazione" di lepidotteri.
Se le prime diffusioni massicce di processionaria si sono registrate nel 1998 nelle foreste di pini neri in val Venosta, il fenomeno era già presente da anni nella zona, tanto che nel 1822 venne emessa un'ordinanza per combattere questa specie animale.
Quella di quest'anno, però, si presenta come una delle infestazioni più gravi degli ultimi 10 anni. Le ragioni, secondo l'assessore competente Arnold Schuler, potrebbero essere legate all'inverno particolarmente mite.
Molti sono i comuni che, a partire dal 1 marzo, hanno disposto un intervento di lotta biologica, con operazioni che prevedono il rilascio di preparati da parte degli elicotteri in volo. Si tratta di un intervento che la provincia di Bolzano aveva già predisposto ed eseguito al termine dell'inverno negli anni scorsi.
Il prodotto utilizzato è il preparato biologico Bacillus thuringiensis, che sviluppa tossicità, esclusivamente per i bruchi, a livello di tratto digestivo, post-ingestione degli aghi di pino.
Come combattere le infestazioni da processionaria
Un intervento a lungo termine per combattere le infestazioni da processionaria del pino potrebbe essere, secondo quanto riportato nel comunicato diffuso il 3 gennaio scorso dalla Provincia di Bolzano, quello di convertire le foreste costituite esclusivamente da pino nero in foreste miste ricche di latifoglie.
Nel corso dell'inverno i lepidotteri "vivono" sugli alberi e si cibano degli aghi di differenti varietà di pino, indebolendo la pianta (senza ucciderla, almeno in tempi brevi). Al termine della stagione fredda abbandonano il loro nido, creando un incolonnamento di bruchi pelosi alla ricerca di cibo, che si muove compatto in processioni. L’infestazione è riconoscibile dai nidi che il parassita realizza sui rami delle aghifoglie, simili a cotone, per proteggersi.
Pericolosità della processionaria del pino
La necessità di intervenire per ridurre drasticamente il numero di questi lepidotteri è data dal fatto che i peli che ricoprono queste larve sono urticanti e, se vengono a contatto con la pelle o le mucose dell'uomo e degli animali, possono causare problemi.
Oltre al contatto accidentale, causato ad esempio dalla caduta di larve dal nido, i peli possono essere trasportati anche dal vento, e arrivare fino agli occhi o alla bocca. In caso di contatto con gli occhi si possono sviluppare congiuntiviti, mentre se accidentalmente ingeriti o inalati possono causare irritazioni o infiammazioni, per arrivare (nei soggetti più sensibili) a provocare anche shock anafilattico.