Stiamo inquinando troppo l'acqua: allarme Onu su 4 fronti
Dal Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2022 emerge che le acque sotterranee sono sempre più a rischio, non solo per quantità ma anche per qualità. Il problema infatti non riguarda esclusivamente la carenza idrica in sé indotta dal cambiamento climatico e dal riscaldamento globale, ma anche l'inquinamento e la mala gestione di una risorsa tanto preziosa quanto irrinunciabile.
Di fatto, circa il 40% dell'acqua che usiamo quotidianamente proviene dalle fonti sotterranee e ogni anno questa percentuale aumenta per la crescente richiesta idrica da parte delle popolazioni. Si stima anche che la metà della popolazione urbana mondiale soddisfi il proprio fabbisogno idrico grazie alle sole acque sotterranee: il fatto che queste vengano contaminate e inquinate ne impedisce l'utilizzo come acqua potabile, riducendo sempre più le scorte a disposizione.
Una situazione in continuo peggioramento
Le acque sotterranee sono state scelte da Onu e Unesco come tema della Giornata mondiale dell'acqua 2022, per ribadire un allarme che si fa sempre più urgente. Sono essenziali per garantire il corretto approvvigionamento idrico e diventano essenziali soprattutto nei periodi dell'anno con poche precipitazioni o di vera e propria siccità.
La situazione non è delle più rosee. Con quattro fattori inquinanti che preoccupano molto: agricoltura intensiva, mangimi, biocombustibili e alcune industrie. Da un lato aumenta la domanda di acque sotterranee per l'aumento della popolazione mondiale e per l'incremento delle richieste per la produzione energetica, dall'altro lato la quantità a disposizione è in continua diminuzione. In aggiunta, il cambiamento climatico sta ponendo sempre più aree del nostro pianeta in condizioni di siccità, riducendo di conseguenza l'ammontare complessivo delle risorse idriche a disposizione. Il resto lo fa l'inquinamento dei terreni, legato soprattutto all'agricoltura intensiva.
A causa dei nitrati, dei pesticidi e di altre sostanze tossiche, le falde acquifere vengono contaminate e rese inadatte come fonti di acqua potabile. Oltre alla produzione agricola, a quella dei mangimi e dei biocombustibili, anche l'industria svolge un ruolo tutt'altro che positivo nello sfruttamento e nella contaminazione delle acque sotterranee, soprattutto per quanto riguarda i settori manifatturiero, petrolifero, del gas, edilizio e minerario. Il processo di inquinamento delle acque è irreversibile ed è la conseguenza di un loro utilizzo non sostenibile: un cambio di rotta urgente è quanto mai necessario.
In questo contesto il ruolo dei governi è essenziale per regolamentare l'uso di queste risorse invisibili in superficie ma così essenziali, scongiurando che un elemento così prezioso vada sprecato. Il presupposto di partenza, infatti, è che si tratta di una risorsa pubblica e di un bene comune. L'obiettivo è creare un sistema di utilizzo e gestione delle falde acquifere che sia sostenibile e che non vada a prosciugare le riserve idriche potabili già carenti che abbiamo a disposizione per le generazioni future.