Accensione stufe e camini, attenzione alla multa salata che scatta in alcune regioni: ecco dove, perché e l'importo
Prima dell'accensione di stufe e camini occorre prestare molta attenzione alle possibili multe (che scattano in alcune regioni) se non si rispettano le varie norme. Cosa significa? Ebbene ci sono diverse regioni, soprattutto al Nord, che hanno imposto regole molto severe per l'accensione nei prossimi giorni per riscaldare case e uffici, di stufe e camini se rilasciano grandi quantità di CO2 nell'ambiente. Quali sono le regioni? A quanto ammontano le norme? Cosa dobbiamo sapere per poterci riscaldare al meglio nel prossimo futuro? L'autunno è ormai alle porte, le temperature si stanno abbassando, e nonostante tutto il caldo che abbiamo sofferto negli ultimi mesi, molto presto ci ritroveremo a cercare un metodo per riscaldare gli ambienti in cui soggiorniamo.
Accensione stufe e camini: le regioni con le regole più ferree
Viste i rincari sulle bollette di luce e gas sono in molti in questi giorni a cercare metodi alternativi per riscaldare la propria casa. Occorre però, prima dell'accensione di stufe e camini, fare attenzione alle norme che possono oltretutto variare di regione in regione. Quelle che hanno importo regole più ferree, a causa dei valori di CO2 nell'aria, sono: Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Piemonte.
La prima è senza ogni ombra di dubbio la regione più severa di tutte. Per contrastare l’inquinamento atmosferico, infatti, in Lombardia, c’è divieto di usare stufe e camini e soprattutto di installare generatori di calore alimentati da biomassa legnosa con emissioni più alte di quelle consentite. E' necessario oltretutto che gli impianti abbiano almeno 4 stelle. Al contrario è vietato usare generatori di calore domestici con 0, 1 e 2 stelle.
Oltre a questo, già dal 1° ottobre 2018, è fatto obbligo, per le stufe a pellet di potenza termica nominale sotto i 25 kW, di usare combustile certificato conforme alla classe A1. Altrimenti? Si rischia di incappare in sanzioni che possono arrivare fino a 5.000 euro.
In Veneto le regole sono simili a quelle della Lombardia. In Regione dal 31 dicembre 2019 vige l’obbligo di installazione di stufe non inferiori a 4 stelle e il divieto di continuare ad usare quelle di classe inferiore alle 3 stelle.
In Emilia Romagna ogni anno viene vietato ai comuni sotto i 300 metri di altitudine di usare generatori di calore a biomassa legnosa sotto certificazione a tre stelle. Nel caso in cui ci sia peggioramento dell’aria, poi, questa misura scatta per tutti i comuni di pianura con certificazione inferiore a 4 stelle. C’è inoltre l’obbligo di ridurre la temperatura di almeno 1 grado fino a massimo 19 gradi nelle case, uffici, luoghi di culto e attività commerciali.
Anche in Toscana l'accensione di stufe e camini è normata in base alla quantità di CO2 nell'aria. In questo caso è bene tener d'occhio le ordinanze comune per comune. Un esempio? A Pistoia, l'anno scorso, è stato vietato l’utilizzo di legna nei camini aperti o nelle stufe tradizionali qualora nelle abitazioni fossero presenti sistemi alternativi di riscaldamento, con la deroga per le aree non metanizzate. Altro esempio? Dal 1° novembre 2021 al 31 marzo 2022, nel territorio di Capannori, sotto i 200 metri di altitudine, è stato vietato l'uso di generatori di calore alimentati a biomasse ovvero caminetti aperti, stufe e caldaie con classe emissiva inferiore alle 3 stelle. Qualora si verificheranno altri momenti critici verranno adottate regole simili così come accade nelle altre regioni sopra citate.
In Piemonte, infine, vige il divieto di usare stufe e camini a legna con potenza nominale sotto i 35 kW. La classe, poi, non deve essere sotto le quattro stelle.
Stufe, camini e termosifoni: in che modo affronteremo l'inverno
Come affronteremo il prossimo inverno? Quest'anno l'incognita è grande e le regole da rispettare molte a causa della crisi energetica e di un aumento dei prezzi di luce e gas. I metodi per riscaldare gli ambienti sono davvero innumerevoli. Stufe e camini non sono proibiti ovviamente. Occorre solo, soprattutto nelle regioni sopra citate, rispettare alcune regole e contattare, eventualmente, un tecnico specializzato per far controllare il proprio impianto.
Ci sono oltretutto numerosi incentivi fiscali per chi decide di migliorare l'efficientamento energetico della propria abitazione cambiando l'impianto del condizionatore inserendo anche una pompa di calore oppure chi vuole installare una moderna stufa a pellet. Per quanto riguarda, invece, i termosifoni sono state stabilite ultimamente nuove regole. A seconda delle fasce in cui si vive ci saranno accensioni scaglionate e ritardate rispetto gli anni precedenti e temperature massime da raggiungere.