Vaiolo delle scimmie anche in Italia: cos'è, i sintomi e cosa sappiamo
L’Organizzazione mondiale della Sanità sta monitorando alcuni piccoli focolai del cosiddetto “vaiolo delle scimmie” negli esseri umani: si parla di una ventina di persone contagiate tra il Regno Unito, la Spagna, il Portogallo e ora anche l'Italia. I casi sospetti sono un po' di più. Ma quali sintomi comporta e cosa sappiamo del “monekypox”?
Che cos’è il vaiolo delle scimmie
Secondo quanto riporta l’Istituto superiore della sanità, il vaiolo delle scimmie è una malattia virale rara diffusa per lo più nei paesi tropicali dell’Africa centrale e occidentale. Viene chiamata vaiolo delle scimmie perché fu scoperta nelle scimmie da laboratorio, ma studi su animali in Africa hanno riscontrato evidenze d’infezione in scoiattoli, che si ritiene svolgano un ruolo importante come ospiti naturali della malattia. Studi di laboratorio hanno inoltre dimostrato che l’infezione da vaiolo delle scimmie può verificarsi anche in ratti, topi e conigli. Il suo nome scientifico è “monekypox”.
I sintomi del vaiolo delle scimmie
Il vaiolo delle scimmie può contagiare gli esseri umani. La trasmissione da uomo a uomo del virus avviene con un periodo di incubazione di circa 12 giorni (da 7 a 21 giorni). I sintomi del vaiolo delle scimmie sono simili a quelle del vaiolo: la malattia si manifesta con febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena, linfonodi gonfi, malessere generale e spossatezza. Nell’arco di 1-3 giorni dall’insorgenza della febbre il paziente sviluppa eruzione cutanea pustolare, che appare solitamente prima sul volto ma a volte anche su altre parti del corpo. Le lesioni si sviluppano in genere in diverse fasi prima di formare la crosta e cadere. La malattia generalmente dura da due a quattro settimane. In Africa il vaiolo delle scimmie è fatale in circa il 10% delle persone che contraggono la malattia. La mortalità per il vaiolo umano era di circa il 30% dei casi prima cha la malattia fosse eradicata.
La diffusione del vaiolo delle scimmie tra gli esseri umani
Gli uomini, spiega ancora l’Istituto superiore della sanità, possono contrarre il vaiolo delle scimmie sia attraverso il contatto diretto con un animale infetto, sia da uomo a uomo. Il “monekypox” per fortuna però è molto meno contagioso del vaiolo umano. Le conoscenze attuali portano a pensare che il virus si trasmetta per via orale durante il contatto diretto o contatto faccia a faccia prolungato. Inoltre, il vaiolo delle scimmie può trasmettersi tramite il contatto diretto con i liquidi organici di una persona infetta o con oggetti contaminati dal virus quali biancheria o abbigliamento.
La cura del vaiolo delle scimmie
A oggi non esiste un trattamento specifico per il vaiolo delle scimmie. È stato riferito che in Africa il rischio di contrarre il vaiolo delle scimmie si riduce nelle persone precedentemente vaccinate per il vaiolo, anche se sono necessari più studi a riguardo. È in corso di valutazione il ruolo potenziale del vaccino per il vaiolo nei pazienti esposti al vaiolo delle scimmie. Si stanno anche valutando farmaci antivirali, come il cidofovir, per il trattamento.