Vaiolo delle scimmie, in Italia 3 casi: perché gli under 40 sono più a rischio
Sono diventati 3 i casi di vaiolo delle scimmie in Italia: tutti i pazienti sono stati identificati allo Spallanzani di Roma e "sono trattate con una terapia sintomatica allo stato sufficiente", ha fatto sapere l’ospedale. Le loro condizioni non sembrano allo stato attuale preoccupanti, ma lo Spallanzani ha fatto sapere che "presso l'Istituto sono disponibili, comunque, farmaci antivirali che potrebbero essere impiegati in via sperimentale qualora si rendesse necessaria una terapia specifica".
Il vaccino del vaiolo sembra efficace
Il Direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia (a destra nella foto sopra assieme ad Andrea Antinori, direttore Immunodeficienze virali, durante la conferenza stampa), ha cercato anche di tranquillizzare l’opinione pubblica: “Primo messaggio da dare: nessun allarme. Situazione da tenere sotto controllo ma non desta allarme. Questa non è una nuova malattia e non deve destare allarme. È un vaiolo minore. Ha una sintomatologia più lieve del vaiolo tradizionale”. Inoltre è utile ricordare che contro il vaiolo umano esiste già un vaccino, che è stato fondamentale per eradicare la malattia, che secondo l’ente di cooperazione mondiale Gavi Alliance sembra essere efficace all’85% contro il vaiolo delle scimmie.
I più giovani sono più a rischio
Unica nota negativa è la situazione che riguarda i giovani: la vaccinazione contro il vaiolo in Italia è stata sospesa nel 1977 e definitivamente abrogata nel 1981. Insomma le persone nate dagli anni ’80 in poi sono più a rischio per il vaiolo delle scimmie, perché non essendo state vaccinate non avrebbero anticorpi specifici contro quella famiglia di malattie.