Vaccino antinfluenzale 2020, chi può farlo e quanto costa
Lo si sente ripetere dalla scorsa primavera: per la prossima stagione fredda sarà cruciale il ruolo del vaccino contro l'influenza stagionale, utile a diminuire l'incidenza della malattia nella popolazione e quindi a evitare confusione e sovrapposizione con i casi di una probabile seconda ondata di Covid-19. Oltre, come sempre, a ridurre il rischio di sviluppare complicanze dovute all'influenza stessa, soprattutto in quelle persone considerate più fragili.
"Il principio generale è che, salvo eccezioni specifiche, vaccinarsi contro l'influenza va sempre bene", spiega a Meteo.it Andrea Cossarizza, immunologo dell'università di Modena e Reggio Emilia. "La campagna vaccinale va fatta soprattutto per le persone deboli, anziane e fragili. Ora più che mai, perché se una persona si ammala e ha la febbre non si può capire immediatamente che cosa abbia, se la Covid-19 o l'influenza, o addirittura entrambe".
A fare chiarezza su tutti i dettagli tecnici sulla vaccinazione è stato lo stesso Ministero della salute, che già a inizio estate ha reso note le linee guida sulla imminente campagna vaccinale. Indicando come obiettivo generale quello di estendere la vaccinazione più di quanto sia stato fatto negli ultimi anni.
Anzitutto, quando si comincia? Non c'è una data esatta né ce ne sarà una unica sul territorio nazionale, ma indicativamente il periodo per eseguire le vaccinazioni sarà tra la metà di ottobre e la metà di dicembre. La proposta ministeriale, in particolare, è di anticipare le prime vaccinazioni a inizio ottobre. A determinare eventuali differenze geografiche sarà soprattutto la disponibilità delle dosi iniettabili, dato che quest'anno la domanda di vaccini è più alta del solito e per l'Italia se ne è preventivata la disponibilità di poco meno di 15 milioni di dosi.
"Avere più persone vaccinate contro l'influenza significa diminuire gli accessi ospedalieri per complicanze, ridurre la richiesta di tamponi ororinofaringei e scaricare il sistema sanitario dalla pressione, evitando un'onda d'urto che rischia di essere complessa da reggere", aggiunge Cossarizza. "Per di più", continua, "a oggi non sappiamo che legame ci possa essere tra l'impatto dell'influenza sul sistema immunitario e un possibile maggior rischio di contrarre la Covid-19".
A chi è rivolto il vaccino
In termini generali, come anticipato, la vaccinazione antinfluenzale è consigliata a tutti, ma è importante fare alcune distinzioni. Si parla infatti di vaccinazione raccomandata (ma in ogni caso non obbligatoria) per persone che si trovano in condizioni di fragilità e quindi sono a più alto rischio di complicanze. Tra queste, chi ha un'età superiore ai 65 anni, indipendentemente dallo stato di salute, le donne incinte o che hanno da poco partorito, chi (a qualunque età) è affetto da malattie croniche dell'apparato cardiocircolatorio o respiratorio, diabete mellito, malattie metaboliche e malattie neuromuscolari. Poi, chi ha un tumore trattato con chemioterapia, chi ha in programma interventi chirurgici non banali, chi soffre di insufficienza renale e chi ha carenze (congenite o indotte) nella produzione di anticorpi.
Ancora, sono sempre nella fascia della vaccinazione raccomandata quelle persone che sono abitualmente a contatto con le categorie fragili. Parliamo dunque dei familiari e dei contatti stretti delle persone ad alto rischio, delle forze dell'ordine, dei medici e del personale sanitario, soprattutto se al lavoro in strutture residenziali o di lungo degenza. Infine, rientrano nella stessa categoria i donatori di sangue e coloro che lavorano a contatto con animali, dagli allevatori ai macellatori, dai veterinari agli addetti al trasporto di animali vivi.
Sul versante opposto, ossia quello delle vaccinazioni da evitare, ci sono anzitutto i neonati, fino a un'età di 6 mesi secondo le indicazioni ministeriali (per mancanza di studi clinici ad hoc), chi ha manifestato reazioni allergiche gravi in occasioni di vaccinazioni precedenti oppure a uno dei componenti del vaccino, e chi in passato ha sviluppato la sindrome di Guillain-Barré nelle prime 6 settimane dopo una vaccinazione. Infine, ma solo temporaneamente, la vaccinazione è sconsigliata a chi sta soffrendo di una malattia medio-grave in fase acuta: in questi casi il consiglio è infatti di attendere la guarigione o l'attenuarsi dei sintomi.
Dove fare il vaccino
Il punto di riferimento su tutto il territorio per eseguire le vaccinazioni sono gli ambulatori vaccinali delle aziende sanitarie locali. A questi si aggiungono, ma con dei distinguo, i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta. In questi ultimi casi, infatti, solo chi avrà aderito alla campagna vaccinale disporrà direttamente del vaccino, mentre negli altri casi il paziente dovrà procurarsi in autonomia la dose (in farmacia) e rivolgersi al medico solo per l'esecuzione materiale dell'iniezione.
Veniamo alle questioni di prezzo. Per tutti coloro che rientrano nella fascia delle vaccinazioni raccomandate, sarà tutto gratuito. Novità di quest'anno è che anche nella fascia d'età 60-64 anni c'è la possibilità che la vaccinazione antinfluenzale sia offerta gratuitamente. Negli altri casi, invece, bisognerà farsi carico del costo della dose: il prezzo dovrebbe essere ovunque al massimo di 25 euro, anche se potrebbe esserci una certa variabilità, soprattutto in base al tipo di prodotto di cui le farmacie disporranno.
Il vaccino suggerito è un quadrivalente formulato per proteggere dai ceppi virali A-H1N1, A H3N2, B/Victoria e B/Yamagata. Al di sopra dei 9 anni di età è sufficiente una singola iniezione intramuscolare, somministrata nel muscolo deltoide (ossia sulla parte esterna della spalla). I più piccoli invece dovranno fare due iniezioni a distanza di 4 settimane, e sotto i 2 anni di età la punturina verrà fatta sulla coscia.
"Come noto, il vaccino antinfluenzale viene sviluppato ogni anno sulla base del ceppo influenzale dominante attivo durante la nostra estate nell'emisfero australe", chiarisce Cossarizza. Che aggiunge una possibile buona notizia: "Fare previsioni non ha senso ma, dato che l’influenza è una malattia respiratoria, indossare la mascherina può essere una buona precauzione. Se usata correttamente, potrebbe dare un proprio contributo a ridurre la circolazione del virus". E, combinandosi alle vaccinazioni, farci avvicinare al risultato sperato.
Un po' di dati
Nonostante quest'anno sulla campagna vaccinale si stia ponendo molta attenzione, anche perché Covid-19 e influenza stagionale hanno una alta sovrapposizione di sintomi e quindi potrebbero facilmente essere scambiate l'una per l'altra, il punto di partenza non è particolarmente incoraggiante.
Per gli over 65 negli ultimi anni la copertura vaccinale è arrivata al 55%, mentre per i pazienti cronici si è fermata sotto il 30%. Numeri molto più bassi rispetto a quelli che sono considerati gli obiettivi minimi (75%) e ideali (95%) per raggiungere una buona copertura a livello di popolazione, e magari una forma di immunità di gregge. Ancora peggiore è il dato delle donne in gravidanza, che si vaccinano contro l'influenza in meno di un caso su dieci.