Tumore ai polmoni, dimostrato il legame con lo smog
La principale causa di tumore ai polmoni è attualmente ancora il fumo di sigaretta, ma anche lo smog può avere un ruolo chiave nell’insorgenza di questa grave malattia. Nello specifico, il particolato atmosferico più fine, ossia la cosiddetta componente PM 2,5, è in grado di penetrare in profondità nel sistema respiratorio, andando a intaccare il tessuto polmonare. Si può originare così una sorta di reazione infiammatoria, che predispone l’organismo a sviluppare forme tumorali.
Un problema soprattutto per i non fumatori
A evidenziare una volta in più i pericoli dello smog per la nostra salute è stato uno studio scientifico britannico (i cui risultati definitivi sono ancora in attesa di essere pubblicati) che ha indagato il rapporto tra inquinamento dell’aria e tumore ai polmoni. Analizzando i dati sanitari di 460mila persone tra Regno Unito, Corea del Sud e Taiwan, è emerso un chiaro legame tra concentrazioni atmosferiche elevate di PM 2,5 nell'aria e incidenza di tumori ai polmoni nei non fumatori. Infatti è proprio chi non fuma a subirne le conseguenze peggiori, in quanto ha un apparato respiratorio mediamente più pulito e dunque più sensibile all’infiltrazione delle sostanze inquinanti, da cui si originano le mutazioni tumorali. Ovviamente per chi fuma, invece, il problema principale è rappresentato dal fumo stesso, più che dallo smog.
Se questa scoperta da un lato spaventa, perché le concentrazioni di PM 2,5 sono in aumento in molte zone del pianeta, dall’altro apre le porte a nuove indagini scientifiche per potere riuscire in futuro a contrastare il processo cancerogeno indotto dallo smog, magari agendo proprio a livello delle proteine che regolano l’attività delle cellule immunitarie.