La toxoplasmosi, tra malati inconsapevoli e rischi in gravidanza
La toxoplasmosi è spesso una malattia sottovalutata o addirittura dimenticata, ma i casi reali sono numerosi e - soprattutto in gravidanza - le conseguenze possono essere molto gravi per il feto. Si stima che circa il 60% delle donne incinte rischi di contrarre la patologia prima del parto, mettendo a serio rischio la propria salute e quella del nascituro. Tutto ciò anche perché un numero consistente di persone non sa se ha già contratto la malattia in quanto, in presenza di un sistema immunitario forte, la sintomatologia è molto lieve o del tutto inesistente.
Una malattia silenziosa: come prestare attenzione
La toxoplasmosi deriva dall’infezione di un parassita chiamato Toxoplasma gondii. La malattia si contrae entrando in contatto con animali infetti, in particolare gatti o altri felini, oppure consumando carne cruda, specialmente di agnello o maiale, oppure ancora mangiando verdure contaminate e non adeguatamente lavate.
Mentre in generale per la popolazione adulta i sintomi non preoccupano, poiché restano lievi e si risolvono spontaneamente, questa patologia risulta essere particolarmente pericolosa nelle donne in gravidanza. Le conseguenze possono infatti essere molto gravi per il feto: problemi di sviluppo mentale, danni al sistema nervoso, malformazioni o, addirittura, la morte in utero. Si stima che grosso modo il 40% delle donne in età fertile abbia già avuto la toxoplasmosi e sia quindi protetta durante la gravidanza. Ciò significa che tutte le altre, pari a quasi i due terzi del totale, sono a rischio di entrare in contatto con il parassita proprio nel periodo più pericoloso in assoluto.
Insomma, la toxoplasmosi porta con sé parecchie insidie e per questo è meglio fare ciò che è necessario per ridurre il rischio di contrarla. La prevenzione della toxoplasmosi passa attraverso alcune semplici accortezze: lavare bene frutta e verdura prima di ingerirla, non bere latte crudo non pastorizzato, cuocere adeguatamente la carne, evitare il contatto diretto con le feci e con la lettiera degli animali, proteggere il cibo dagli insetti, curare l’igiene domestica in caso di presenza di felini, e così via.
Come buona notizia è bene ricordare, comunque, che la cottura dei cibi uccide il parassita, mentre sul fronte opposto va detto che la presenza del parassita nei felini non produce alcuna conseguenza visibile nell’animale, rendendo di fatto impossibile identificare i gatti che ne sono affetti. Prestare attenzione durante l'intera gravidanza, dunque, resta la migliore delle strategie.