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Una nuova speranza per i non udenti: ripristinare l’udito attraverso la luce

Uno studio ha sviluppato una sorta di "interruttore" molecolare che permetterebbe di riaccendere l'udito attraverso impulsi di luce. Potrebbe aprire la strada a nuovi impianti cocleari più efficienti
Salute1 Giugno 2022 - ore 14:45 - Redatto da Redazione Meteo.it
Salute1 Giugno 2022 - ore 14:45 - Redatto da Redazione Meteo.it
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Arriva una nuova speranza per le persone con disturbi dell’udito: un nuovo studio, pubblicato sul Journal of the American Chemical Society e condotto da un team internazionale guidato dall'Istituto di bioingegneria della Catalogna, ha infatti sviluppato una sorta di "interruttore" molecolare che permetterebbe di riaccendere l'udito attraverso impulsi di luce. È chiamato TCPfast, e si tratta di una molecola che trasforma i normali neuroni uditivi in neuroni che si attivano con la luce.

Possibili nuovi apparecchi acustici

La molecola è stata sperimentata con successo sulle cellule e sugli animali di laboratorio e potrebbe aprire la strada a una nuova generazione di impianti cocleari attivati dalla luce. Questi nuovi strumenti potrebbero permettere alle persone sorde o con gravi deficit dell'udito di percepire correttamente la musica e le conversazioni in ambienti rumorosi. Insomma un importantissimo miglioramento nella qualità della vita.

Una qualità “di gran lunga superiore”

“Il motivo per cui gli utilizzatori di impianti cocleari non riescono a percepire correttamente la musica e le conversazioni in ambienti rumorosi è rappresentato dal fatto che la coclea, per sua stessa natura, contiene dei liquidi”, ha spiegato all’Ansa Antoine Huet, ricercatore dello University Medical Center di Gottingen. “Questo fa sì che in alcuni casi gli stimoli di natura elettrica si propaghino al suo interno in maniera eccessiva. Poiché invece la luce invece può essere trasmessa in maniera più definita attraverso i liquidi, la nostra tecnica consente di stimolare i neuroni della coclea con una precisione di gran lunga superiore”. Il prossimo passo è quello della verifica sperimentale.

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