Pillola dei 5 giorni dopo: la ricetta non serve anche per le minorenni
Il Consiglio di Stato ha autorizzato la vendita in farmacia della cosiddetta pillola dei 5 giorni dopo (per la precisione, il farmaco EllaOne che ha come principio attivo ulipristal acetato) anche alle ragazze che non hanno ancora compiuto 18 anni. Le ragazze minorenni potranno quindi acquistare il medicinale senza dovere mostrare la ricetta medica, in quanto il farmaco è da considerare un contraccettivo d’emergenza non abortivo, volto a tutelare la vita e la salute della persona che lo assume.
Il prodotto non ha alcunché a che vedere con i farmaci per l’interruzione volontaria della gravidanza, in quanto agisce agisce prima dell’impianto dell’embrione e quindi non viola alcuna delle normative vigenti. Si tratta quindi di una novità normativa italiana che riconosce grande importanza al diritto di autodeterminazione delle adolescenti, garantendo loro la possibilità di libera scelta.
Un contraccettivo per la salute delle adolescenti
Con la sentenza del Consiglio di Stato pubblicata il 19 aprile scorso sono stati rigettati tutti i ricorsi presentati dalle varie associazioni, confermando quanto sancito dal Tar del Lazio nel 2021 e dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) nel 2020. Anche se il tema resta sempre divisivo, numerosi studi scientifici hanno dimostrato l’assenza di effetti collaterali per chi assume il farmaco, inclusi danni al fegato o gravidanze extrauterine. Inoltre, il farmaco antiovulatorio agisce prima che si impianti l’embrione, è utilizzabile nei 5 giorni successivi al rapporto sessuale non protetto, e quindi rispetta a pieno la normativa in vigore nel nostro paese sull’interruzione della gravidanza.
È bene precisare, comunque, che il farmaco è da intendersi per un utilizzo solo in via eccezionale, quindi non può in alcun modo sostituire la contraccezione regolare.
Il Consiglio di Stato ha chiarito esplicitamente, inoltre, che il provvedimento è stato voluto per salvaguardare il diritto alla vita, la salute fisica e l’autodeterminazione della persona, per evitare che le giovani donne si trovino a dovere affrontare gravidanze non pianificate che si concluderebbero molto spesso con un aborto.
In parallelo l’obiettivo è anche tutelare la salute psicologica delle adolescenti e di garantire la possibilità di proseguire gli studi e affermarsi nel mondo lavorativo. Il consenso dei genitori o dei tutori, o la necessità di una ricetta medica, sarebbe da considerare in questa ottica come una limitazione di fatto ai diritti della persona. E questo spiega la ragione che sta alla base di questa decisione.