Peste suina: via libera all'abbattimento di 400 capi nel Lazio
Si torna a parlare di peste suina per il via libera all'abbattimento di 400 capi di bestiame nel Lazio. Cosa accadrà nei prossimi giorni? Nonostante i numerosi appelli degli animalisti pare proprio che si procederà alla mattanza.
400 cinghiali da abbattere per colpa della peste suina
Tra pochi giorni prenderà il via la mattanza di ben 400 cinghiali sul territorio del Lazio. A quanto si apprende gli animali saranno catturati e uccisi nell’arco di un mese. Il motivo? Tutta colpa della lotta alla peste suina africana che sta dilagando nella Regione. L'intento è quello di eliminare gli animali infetti per salvare la maggior parte dei cinghiali sul territorio italiano ed evitare così che il problema si espanda.
Secondo l'istituto zooprofilattico i contagi confermati sono una trentina, ma si stanno continuando ad eseguire analisi sui vari cinghiali. Per via del dilagare della peste suina si è deciso subito di correre ai ripari e la cabina di regina della Regione Lazio ha così preso una decisione drastica.
Pare pertanto che i primi 200 cinghiali saranno prelevati nelle aree protette regionali e altri 200 fuori da queste zone. Oltre ai cinghiali, entro questa settimana, occorrerà uccidere anche i suini presenti nella zona infetta in un raggio di 10 km dai due casi positivi rilevati di recente in un allevamento.
La decisione ha sollevato numerose polemiche da parte delle varie associazioni animaliste che hanno promesso battaglia e che non si arrenderanno tanto facilmente tentando di salvare quanti più animali possibili.
Il post della Lav in difesa degli animali
Su Facebook, dopo l'annuncio della Regione Lazio la Lav ha pubblicato un messaggio ben preciso annunciando:
Con il pretesto della Peste Suina dal 18 giugno, entro trenta giorni, saranno catturati e uccisi dentro e fuori le aree protette regionali. Con questa decisione vengono così condannati a morte centinaia di animali.
Nel post si legge inoltre quella che pare essere una soluzione alternativa secondo la Lav ovvero "lo sviluppo della contraccezione con i fondi messi a disposizione dal Bando del Ministero della Salute".
In conclusione si preannuncia una battaglia con l'intento di appellarsi al Tar del Lazio per bloccare la mattanza come già accaduto in Piemonte.