Mai sentito parlare dell'oceano Meridionale?
Da qualche settimana a questa parte, il numero degli oceani formalmente presenti sul nostro Pianeta è aumentato di un'unità. In particolare è stata la National Geographic Society, una delle istituzioni geografiche più importanti al mondo e responsabile delle politiche relative alla mappatura, a rendere ufficiale la presenza del quinto oceano. Si chiama oceano Meridionale, si colloca nell'emisfero australe e ha caratteristiche molto particolari, che lo rendono fondamentale per l'equilibrio degli ecosistemi terrestri e la mitigazione del riscaldamento globale.
Tutto sul quinto oceano
Fino a ora gli oceani presenti sulle cartine e sulle mappe della Terra sono sempre stati i ben noti quattro: l'Atlantico, il Pacifico, l'Indiano e l'Artico. E proprio il corrispondente a sud di quest'ultimo, già da tempo considerato dagli scienziati un bacino idrico a parte per la sua specifica conformazione, dopo un lungo confronto tra cartografi è diventato a sua volta un oceano: l’8 giungo 2021, in occasione della giornata mondiale degli oceani, è stata certificata la presenza del quinto oceano anche sulle cartine. L'oceano Meridionale, chiamato anche oceano Antartico oppure oceano Australe, è l’unico a toccare altri 3 oceani e a non essere abbracciato da un continente. In effetti, si verifica l’esatto opposto: è proprio questo enorme bacino idrico ad avvolgere un continente intero, l’Antartide.
La corrente circumpolare artica
A delimitare questo nuovo oceano è una forte corrente che circonda l'Antartide, nella parte più a sud dell’emisfero australe. Questo flusso, detto corrente circumpolare antartica (in acronimo Acc), determina una netta distinzione tra le acque dell’oceano Meridionale e quelle degli oceani limitrofi. Come detto, i confini di questa specifica area geografica non corrispondono con alcun continente: l'oceano Meridionale è formato da tutte le acque più a sud della latitudine 60° sud, esclusi il canale di Drake e il mare di Scotia.
Secondo alcune stime, sembra che la corrente circumpolare antartica sia nata circa 34 milioni di anni fa, nel momento in cui l’Antartide si staccò dal Sudamerica, determinando il libero flusso d’acqua nella parte meridionale del pianeta. Le acque della corrente circumpolare sono di norma più fredde e molto meno salate rispetto a quelle che circolano più a nord. Ed è proprio grazie a queste caratteristiche peculiari che riescono a immagazzinare grandissime quantità di anidride carbonica nelle profondità oceaniche, riducendo di conseguenza la concentrazione di CO2 in atmosfera.
Un dato che rende giustizia all'importanza dell'oceano Antartico è che circa il 15% delle emissioni di anidride carbonica a livello mondiale sono assorbite da queste acque. Negli ultimi anni, però, questa capacità di ridurre l'inquinamento atmosferico si sta progressivamente deteriorando, e alcuni studi hanno evidenziato come ogni decennio la quantità di CO2 assorbita si stia riducendo del 15%. E un altro aspetto da non sottovalutare è l’estensione di questa corrente marina, che di fatto è responsabile del sistema globale di circolazione dell’acqua e trasporta calore verso tutto il resto del Pianeta.
Un oceano per la lotta al riscaldamento globale
Gli oceani sono fondamentali per la salvaguardia della Terra, la tutela degli ecosistemi marini e la sopravvivenza dell'umanità. L’introduzione di un quinto oceano, con il riconoscimento formale, si pone proprio in questo contesto: la designazione ufficiale ha l’obiettivo di tutelare le acque del nostro Pianeta e proteggere un ambiente decisamente troppo trascurato. In particolare, la regione dell’oceano Meridionale ha una specificità ecologica che la rende ancora più importante degli altri bacini idrici, proprio perché comprende ecosistemi marini unici e fragili con animali come balene, pinguini, foche e molti altri.
Inoltre la stessa corrente circumpolare antartica, la più imponente di tutto il globo e diretta da ovest verso est, mantiene freddo l’Antartide, e più in generale evita lo scioglimento dei ghiacciai perenni di queste aree. Ma non solo: si può dire che l’oceano Meridionale incide su tantissimi ecosistemi nel nostro Pianeta, svolgendo un ruolo centrale nella regolazione del clima a livello globale. La National Geographic Society spera quindi di sensibilizzare l’opinione pubblica e di promuovere la conservazione di questo bacino idrico, riducendo l’impatto della pesca intensiva che mina le molte specie che abitano quelle acque, come il krill e il nototenide della Patagonia, noto anche come branzino cileno.