Mal di schiena, il nuovo studio: “Troppo ibuprofene potrebbe renderlo cronico”
Le medicine usate più comunemente per contrastare il mal di schiena potrebbero farlo durare di più: a dirlo è un nuovo studio, citato dal New York Times. Secondo la ricerca l’utilizzo persistente di antidolorifici steroidei o di antinfiammatori non steroidei come l’ibuprofene potrebbe trasformare il dolore alla schiena in una condizione cronica. Alcuni esperti invitano però a utilizzare questi risultati con cautela: la ricerca infatti non è un trial clinico, ma si basa sull’osservazione di pazienti, studi sugli animali e analisi di un ampio database di informazioni mediche. “È interessante, ma richiede ulteriori studi”, ha commentato il dottor Steven J. Atlas, direttore medico al Massachusetts General Hospital.
Le linee guida per curare il mal di schiena
Le novità portate da questo studio potrebbero essere importanti: il dottor Bruce M. Vrooman, specialista del dolore al Dartmouth Hitchcock Medical Center negli Stati Uniti, ha definito la ricerca “impressionante”. Se i risultati fossero confermati da un trial clinico, “si dovrebbe riconsiderare come viene curato il dolore acuto”. Le linee guida affermano che per trattare il dolore acuto alla schiena bisognerebbe iniziare con esercizi e terapie fisiche: solo nel caso in cui questi rimedi si rivelassero insufficienti, si passa agli antinfiammatori non steroidei come l’ibruprofene.
Il mal di schiena cronico
Lo studio, pubblicato sul giornale scientifico Science Translational Medicine, include un avvertimento: questi farmaci potrebbero contribuire a rendere cronico il dolore alla schiena, diminuendo così la qualità della vita di chi ne soffre. “C’è bisogno di pensare di più a come trattiamo i pazienti”, ha detto al Nyt la dottoressa Luda Diatchenko, principale autrice dello studio. Una precedente ricerca sosteneva che gli antinfiammatori non steroidei non abbiano quasi nessun beneficio nel trattamento del mal di schiena.