L'infelicità invecchia e aumenta il rischio di sviluppare malattie
L’età anagrafica e l’età biologica non sempre procedono di pari passo, ma può capitare che una persona dimostri di essere molto più vecchia (o anche più giovane) di quello che afferma la sua carta di identità. Un ruolo decisivo in questo senso spetta agli stati emotivi: i disturbi mentali, l’infelicità e lo stress accelerano l’orologio biologico, aumentando anche il rischio di contrarre malattie di vario genere.
Lo stato emotivo può rallentare l'invecchiamento
Da tempo si cerca di comprendere quali siano i fattori che incidono maggiormente sull’invecchiamento, ossia - all'inverso - in che modo sia possibile rimanere più a lungo giovani ed energici. Ebbene, forse finora si è trascurato l’aspetto emotivo e psicologico, che può avere conseguenze decisamente negative sull’organismo.
Un recente studio scientifico coordinato dalla Chinese University di Hong Kong, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Aging, ha messo in luce come l’infelicità possa favorire l’invecchiamento ancora di più delle malattie e di un cattivo stile di vita. Per esempio, si è visto che il fumo è meno rischioso per la salute rispetto alla depressione o alla solitudine. Gli stati emotivi negativi, complessivamente, possono accorciare la vita biologica fino a 1,65 anni per ogni anno trascorso, condizionando in modo permanente le caratteristiche individuali.
Da questo emerge l'importanza di prestare attenzione al nostro stato emotivo e a cercare di essere il più felici e sereni possibile, per il benessere non solo attuale ma anche futuro dell'organismo.