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Tutti i modi per rendere più green i pannolini

Tra innovative tecniche di smaltimento, soluzioni a basso impatto ambientale, versioni lavabili e produzione di oggetti riciclati, gli assorbenti per bambini e adulti possono finalmente strizzare l'occhio all’economia circolare
Sostenibilità24 Marzo 2021 - ore 09:50 - Redatto da Redazione Meteo.it
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(foto: Piqsels)

I pannolini sono da sempre tra quei prodotti che paiono inconciliabili con il paradigma dell'economia circolare: vengono utilizzati in gran quantità dalle famiglie - soprattutto quando ci sono di mezzo bambini piccoli - e il tempo stimato affinché un pannolino monouso possa degradarsi nell'ambiente è di circa 500 anni. Ma qualcosa sta finalmente cambiando. Di recente, infatti, si stanno facendo spazio nel mercato tecnologie e processi ad hoc per il riciclo dei prodotti assorbenti per la persona, con un numero sempre più grande di aziende che producono e commercializzano i cosiddetti pannolini green.

In questo caso non si parla solo di neonati, ma di tutte le possibili situazioni in cui si ha bisogno di utilizzare un prodotto assorbente, dalle perdite mestruali fino all'incontinenza in età avanzata, inclusi anche specifici contesti sanitari o di disabilità. Insomma un tema che, direttamente o indirettamente, riguarda ciascuno di noi.

Quanto inquinano davvero i pannolini?

Solo nei primi 3 anni di vita, un bambino consuma circa 4mila pannolini usa e getta, che equivalgono grossomodo a 150 chilogrammi di rifiuti non riciclabili. Il problema è percepito soprattutto dalle famiglie con figli piccoli, perché si rendono conto direttamente della difficoltà nello smaltimento.

Nel mondo, si stima ci siano circa 30 milioni di tonnellate annue di rifiuti dovuti ai prodotti assorbenti per la persona, che finiscono nelle discariche o negli inceneritori. Ogni tonnellata di pannolini, attraverso il processo di incenerimento, produce circa 267 chilogrammi di anidride carbonica. In Italia i pannolini che finiscono nell'immondizia si aggirano sulle 900mila tonnellate all’anno, una quantità che corrisponde alla capienza di tre discariche di medie dimensioni. Quindi il processo di smaltimento determina non solo una perdita di risorse materiali ed economiche, ma anche e soprattutto un consistente danno ambientale.

(foto: Unsplah)

Materie prime di alta qualità

La domanda che ha senso porsi, nell'ottica dell'economia circolare, è se i pannolini sporchi possano essere una risorsa. Il punto di partenza per rispondere sono i materiali che compongono i prodotti assorbenti per la persona: dovendo svolgere funzioni ben precise, anche a contatto con le pelli più delicate, i materiali utilizzati sono materie prime con un alto standard qualitativo.

I pannolini non sono tutti uguali, ma in generale i materiali più spesso utilizzati sono la cellulosa, le materie plastiche (in particolare il polipropilene e il polietilene), i polimeri super assorbenti, la canapa e diverse altre microfibre. Data la loro valenza tecnica specifica, questi materiali hanno peraltro un valore economico non trascurabile, e sono dunque una risorsa che merita di essere immessa di nuovo nel mercato.

Primo passo: suddividere i materiali

Assodato che riciclare i pannolini è un'opportunità da non sprecare, il tema che si pone è come poterlo fare nella maniera più efficiente. L'obiettivo non per forza deve essere di produrre nuovi pannolini, ma in generale ci si può accontentare di riuscire a sfruttare i materiali che li compongono per la produzione di altri beni di consumo di vario genere.

(foto: PublicDomainPictures/Pixabay)

Esistono già processi industriali specifici grazie a cui è possibile ottenere dai pannolini imbustati, così come vengono lasciati dalle famiglie, tutti i materiali in partenza separati. Un'operazione che avviene grazie a un'autoclave rotante, all'interno della quale vapore e pressione sterilizzano il pannolino ed eliminano le sostanze organiche, come feci, sangue o urine. In seguito i materiali vengano separati e asciugati grazie all'azione di un essiccatore. Una filiera che si compie non solo senza aumentare le emissioni di anidride carbonica, ma che a conti fatti determina un bilancio di carbonio negativo, nel senso che la CO2 risparmiata grazie alle materie prime seconde ottenute supera quella richiesta dal processo di riciclo.

Secondo le misurazioni certificate, per ogni tonnellata di pannolini trattati si ottengono 150 chilogrammi di cellulosa, 75 di polimero super assorbente e 75 di materie plastiche. Questi materiali possono essere utilizzati per produrre appendiabiti, contenitori per i rifiuti, carta e cartone, assorbenti per animali, lettiere per gatti, viscosa, applicazioni in ambito floro-vivaistico, giochi, oggetti in plastica di vario genere e molto altro. Insomma, quello che originariamente era un pannolino sporco entra in nuovi cicli produttivi, realizzando appieno l'essenza dell'economia circolare.

(foto: Piqsels)

Pannolini ecologici vs pannolini lavabili

In ottica green, la via del riciclo non è l'unica percorribile. Per esempio, sono già state ideate altre strategie come i cosiddetti pannolini ecologici, che grazie a una serie di soluzioni più o meno innovative hanno un impatto ambientale molto ridotto rispetto a quelli standard. Il caso più classico, e che riguarda sempre più aziende, è ricorrere a un packaging di carta e a un utilizzo minimo della plastica per tutto ciò che non è strettamente legato alla funzione del pannolino, pur mantenendo la capacità assorbente e l'impermeabilità dello strato esterno.

Inoltre, un'altra possibile soluzione ecologica riguarda l'utilizzo di materiali meno lavorati possibile, come la cellulosa grezza di colore beige al posto di quella raffinata. E poi si può prestare la massima attenzione a tutto ciò che non è direttamente connesso alla produzione e al funzionamento dell'assorbente, come per esempio il trasporto e la filiera di approvvigionamento.

Ma le opzioni non finiscono qui. Pur rappresentando in parte un ritorno al passato, una valida alternativa ecologica e senza tempo sono i pannolini lavabili. Come ovvio, riutilizzare lo stesso pannolino più volte riduce di molto il numero di assorbenti gettati nell’immondizia, e di conseguenza rappresenta un beneficio per il sistema di smaltimento dei rifiuti in tutte le sue parti. Più dibattuto è invece il discorso relativo all'impatto ambientale, perché bisogna rapportare il beneficio in termini di materiali al maggior consumo di acqua ed elettricità per il lavaggio. In generale però, se il lavaggio viene fatto correttamente e si sfrutta il pannolino per il tutto il suo tempo di vita, l'impatto ambientale è certamente minore. E c'è anche un risparmio non da poco in termini economici.

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Ultimo aggiornamento Giovedì 21 Novembre ore 16:09

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