Giornata mondiale contro l’Aids: arriva nuova tecnica per riconoscere virus “dormiente”
Oggi 1 dicembre è la giornata Mondiale contro l’Aids, e in occasione di questo importante evento arriva una nuova speranza di trattamento per i bambini affetti da Hiv dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. I medici e i ricercatori, secondo quanto riporta l’Ansa, sono riusciti a mettere a punto una nuova procedura: questa novità permette di caratterizzare la carica virale residua e la risposta immunitaria protettiva a essa associata presente nei pazienti, individuando quei bambini in cui il residuo virale risulta dormiente e quelli in cui tale residuo comporta, se non adeguatamente trattato, un rischio di recidiva della malattia. Insomma, un metodo per monitorare le condizioni dei bambini e rendere la loro vita, possibilmente, un po’ più semplice. Nel 2023 partirà al Bambino Gesù la prima sperimentazione per la sospensione della terapia antiretrovirale nei bambini con riserva virale "dormiente".
Cos’è la carica virale residua
Ma cos’è la carica virale residua, o ‘riserva virale’? Secondo quanto indicato da una nota citata dall’agenzia di stampa, si tratta della quantità di virus che rimane in alcune cellule delle persone che hanno contratto l’Hiv. Questo virus “nascosto” è ancora oggi il principale ostacolo alla guarigione, perché non esiste attualmente un modo per “stanarlo” ed eradicarlo. La ricerca però continua a fare passi avanti: nei bambini che hanno ereditato il virus dalla madre (infezione verticale) e che hanno iniziato la terapia antiretrovirale precocemente, la quantità di questo residuo è ridotta. Tuttavia per capire le reali possibilità di cura è fondamentale una procedura diagnostica che richiede il prelievo di grandi quantità di sangue, operazione complessa nei bambini piccoli.
I dati dell’Hiv nei bambini
I numeri dei bambini contagiati sono ancora allarmanti: ogni anno nel mondo si registrano circa 150mila nuove infezioni pediatriche, per un totale di circa 1 milione e 700 mila bambini con infezione da Hiv. Il 95% dei casi pediatrici sono derivanti da infezioni verticale, dalla madre al figlio. Per superare il problema delle ridotte quantità di sangue prelevabili da un bambino, i ricercatori hanno studiato l'applicazione di una procedura con cui ottenere una quantità ottimale di cellule pronte per la caratterizzazione. Il materiale così ottenuto ha quindi consentito a medici e ricercatori del Bambino Gesù di eseguire una nuova caratterizzazione molecolare della riserva virale, in collaborazione con il laboratorio di Mathias Lichterfeld del MIT di Boston, tra i massimi esperti mondiali in questo campo.