Viaggi in bici, 5 ferrovie trasformate in ciclovie
Le tratte ferroviarie dismesse in Italia sono numerosissime, e sono sparse su tutto il territorio della nostra penisola. Nella maggior parte dei casi queste infrastrutture abbandonate non ritorneranno più alla loro funzione originale e potrebbero restare inutilizzate per sempre, facendo perdere valore al territorio circostante poiché fatiscenti o portatrici dei segni dell'incuria.
Per fortuna, sempre più di frequente vengono eseguiti interventi di riconversione delle vecchie ferrovie in piste ciclabili, con l’obiettivo di rilanciare una forma di turismo emergente che presta particolare attenzione nei confronti dell'ambiente. Si tratta di un modo nuovo di riscoprire le bellezze del nostro territorio, in una maniera completamente ecologica e sostenibile.
Sono già più di mille i chilometri che sono stati riadattati in ciclovie in tutta Italia, e svariati altri progetti potrebbero essere portati a compimento nei prossimi anni. Questi interventi da un lato stanno determinando una rivalorizzazione del territorio, e dall'altro innescano un circolo virtuoso che porta importanti benefici dal punto di vista economico. Da nord a sud ce ne sono di tutti i tipi, tra percorsi di montagna per i ciclisti più esperti, tracciati di pianura adatti alle famiglie, piste con paesaggi meravigliosi e snodi per favorire il collegamento tra città differenti.
Ecco allora una raccolta di casi virtuosi. Abbiamo raccolto qui di seguito 5 piste ciclabili già realizzate su ex tracciati ferroviari, che hanno contribuito alla riscoperta del turismo lento e fanno da punto di riferimento e ispirazione per i futuri progetti dello stesso genere.
Una scampagnata nell'area di Menfi
La pista ciclabile di Menfi, in provincia di Agrigento, è nata dalla riconversione della linea ferroviaria Castelvetrano-Ribera. Perfetta per una gita domenicale con la famiglia o con gli amici, attraversa territori affascinanti immersi nella natura e dal grande pregio ambientale.
La pista ciclabile, che parte dal centro urbano di Menfi, si dirama in due tratte distinte della lunghezza complessiva di 14 chilometri. La prima procede verso est, giungendo al fiume Carboj al limite del territorio comunale di Sciacca, mentre la seconda si dirige verso ovest raggiungendo il vallone Gurra di Mare.
Da Spoleto a Norcia attraverso le colline umbre
Dalla ferrovia lunga 51 chilometri che collegava Spoleto a Norcia è nata una pista ciclabile che attraversa il cuore dell'Umbria. Nonostante il potenziale dell’ex tratta ferroviaria non sia ancora stato sfruttato al 100% vista la presenza di alcune stazioni abbandonate, la tratta è già oggi diventata un punto di riferimento per il cicloturismo italiano.
Tra le particolarità di questo percorso ci sono anzitutto i numerosi sali-scendi: fin dalla partenza l’itinerario prevede una pendenza costante del 4,5% fino al Viadotto del Corteccione, poi prosegue con un'alternanza di salite e discese lungo le colline umbre. Sono tantissimi i luoghi da visitare lungo la ciclovia: dalla bellissima Spoleto con la Rocca Albornoziana, alle cittadine umbre di medie dimensioni e ai paesini arroccati, passando per la valle del fiume Corno e le acque del Nera. Infine, si giunge a Norcia, caratterizzata da monumenti dal grande interesse storico e in particolare da piazza San Benedetto.
Sul lungomare ligure di ponente
Siamo nella Riviera dei fiori, dove dal 2008 è possibile pedalare lungo la pista ciclabile sorta dai binari della ex linea ferroviaria che collegava San Lorenzo a Mare con Sanremo.
Il progetto prevede la realizzazione di un percorso ciclabile lungo 60 chilometri, ma per ora soltanto 24 di questi sono fruibili, attraverso 8 comuni della Liguria. La carreggiata è in stile nord-europeo: ampia e a due sensi di marcia, con panchine, aree di sosta attrezzate, caratterizzata da un fondo asfalatato e completamente pianeggiante. Insomma, si tratta di un percorso adatto anche ai meno esperti che amano pedalare godendosi la vista di uno dei litorali più belli della nostra penisola.
Pedalare in montagna, senza troppe pendenze
La pista ciclabile della valle del fiume Isarco è l’ideale per il cicloturismo di alta quota. Nonostante si trovi oltre i 1.300 metri di altitudine, non presenta grandi difficoltà: è asfaltata, ben segnalata ed è molto adatta ai viaggi famigliari. Quello che di certo non manca nei 97 chilometri della sua lunghezza complessiva sono le bellezze turistiche: si parte dal passo del Brennero, si giunge prima al Colle Isarco per poi arrivare a Vipiteno.
Nella seconda parte, dove si trova un tratto più pianeggiante, si attraversano Bressanone e Chiusa, per poi raggiungere infine la città di Bolzano. Proprio qui è presente una fitta rete di piste ciclabili che ha fatto sì che il capoluogo dell’Alto Adige si sia meritato il titolo di città più ciclabile d’Italia.
Tra le bellezze del parco del Mincio
Concludiamo questa rassegna con una pista ciclabile sorta sul tracciato di una ferrovia dismessa che collegava paesi del bacino del lago di Garda, e in particolare Peschiera a Mantova. Un percorso lungo 50 chilometri che costeggia quasi sempre il fiume Mincio, tra il Veneto e la Lombardia.
Si tratta di uno degli esempi più palesi di rivalorizzazione del territorio, in quanto si è passati da una ferrovia obsoleta e in disuso a una delle piste ciclabili più frequentate di tutta la penisola. Il tracciato attraversa il parco naturale del Mincio, caratterizzato da una grande varietà naturalistica, sia in termini di flora sia di fauna.