Ecomafie 2021, la classifica sui reati ambientali: il rapporto di Legambiente
Perfino durante la pandemia, con i vari periodi di lockdown dove la maggior parte della popolazione era chiusa in casa, non si sono fermati i reati ambientali. Ecomafie 2021, il rapporto stilato da Legambiente, ha fotografato con precisione la crisi ambientale che stiamo vivendo e messo nero su bianco i punti critici di ogni regione d'Italia.
Dati alla mano, infatti, si evince che nel nostro Paese venga commesso un crimine ambientale ogni 4 ore. Questo comporta che si possano registrare ben 30 mila crimini l’anno. Solo nel 2020 sono state denunciate 33.620 persone (+12,9%) e sono stati effettuati ben 329 arresti (+14,2%).
Il rapporto mette oltretutto in evidenza come sia importante poter vigilare attentamente sugli investimenti per l’ambiente previsti dal PNRR per far fronte agli impregni presi al G20 e alla Cop26.
Ecomafia 2021: la classifica secondo Legambiente
Il rapporto Ecomafia 2021 ha evidenziato come fra le peggiori regioni, in base ai reati ambientali, vi siano ancora ai primi posti quelle in cui si segnala una maggiore presenza della criminalità organizzata.
Campania e Lazio, ad esempio, si giocano il primo posto, per via delle mille e più discariche abusive nate nel 2020. Siccome i crimini ambientali non riguardano solo i rifiuti e gli incendi dolosi, ma anche i crimini sugli animali, sul cemento e sull’archeologia, a rubare il secondo posto al Lazio sono giunte Sicilia e Puglia.
La classifica vede infatti sui primi tre gradini di un podio di cui non si deve andare fieri:
- Campania con 5.457 reati
- Sicilia con 4.245 reati
- Puglia con 3.734 reati
Quarto posto per il Lazio con 3.082 reati e quinto per la Calabria con 2.826 crimini. A seguire vi sono: Toscana, Lombardia, Sardegna, Piemonte, Abruzzo, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Liguria, Basilicata, Umbria, Friuli Venezia Giulia, Molise e Trentino Alto Adige.
Chiude la classifica la Valle d’Aosta con soli 73 reati.
Le proposte di Legambiente per combattere i reati ambientali
Legambiente, infine, ha reso pubbliche alcune importanti proposte per combattere i reati ambientali. Tra di esse vi è in primis la volontà di completare il prima possibile l’iter di approvazione della legge di riforma costituzionale che modifica gli articoli 9 e 41 della Costituzione che sanciscono i principi fondamentali di tutela dell’ambiente e degli animali, insieme al rispetto della salute e dell’ambiente nello sviluppo di qualsiasi attività d’impresa.
Fra le richieste vi è quella di ripristinare l’interpretazione autentica dell’art. 10bis sul potere attribuito ai prefetti in caso di mancata demolizione degli abusi edilizi da parte dei Comuni.
Per contrastare la criminalità in campo ambientale si potrebbe infine inasprire le sanzioni per il delitto di traffico organizzato di rifiuti, ma anche per i crimini contro gli animali.