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Guida per una dieta sostenibile per noi e per il pianeta

Ecco, con alcuni semplici consigli, a cosa prestare attenzione per fare scelte alimentari buone per la salute umana ma anche attente all'impatto sull'ambiente.
Salute7 Febbraio 2022 - ore 07:57 - Redatto da Redazione Meteo.it
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(foto: Pixabay)

Più di un terzo di tutte le emissioni di gas serra che contribuiscono all’inquinamento ambientale e al riscaldamento globale deriva dal comparto alimentare. Anche se nel mondo fossero azzerate tutte le emissioni non alimentari, non saremmo comunque in grado di rispettare l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura entro 1,5°C. Insomma, agire in termini di sostenibilità sulla produzione e sul consumo di cibo è decisivo.

Per quantificare l’importanza della scelta di alimenti sostenibili, basta pensare che mangiare una classica lasagna al forno, rispetto a una zuppa di lenticchie, causa una quantità di emissioni nocive 22 volte superiore. Scegliere con attenzione i cibi rappresenta un passo importante non solo per il mantenimento di un buono stato di salute fisica, ma anche per tutelare il nostro pianeta e contenere gli effetti del cambiamento climatico.

I danni ambientali da allevamento e agricoltura

Fino a qualche tempo fa si parlava delle "etichette a semaforo" per identificare i cibi più sostenibili, differenziandoli da quelli con un alto impatto ambientale. Il principio era molto simile a quello utilizzato per gli elettrodomestici, a cui viene associata una classe energetica specifica. Oggi di etichette e di certificazioni per aiutare i consumatori a fare acquisti in maniera consapevole ne esistono tantissime, con l’obiettivo generale di indurre a preferire i cibi meno inquinanti.

Per esempio, in molti casi su queste etichette viene indicato se il prodotto è stato realizzato rispettando certi standard, se è considerato biologico o è conforme a determinati criteri. E di volta in volta la certificazione può essere più o meno rigorosa. In alcuni casi vengono utilizzati termini generici come green o ecologico, che denotano una certa attenzione nel processo produttivo ma non identificano certo delle caratteristiche precise e rigorose. In generale, i prodotti più inquinanti sono quelli che provengono da coltivazioni e allevamenti intensivi, perché sono associati a uno sfruttamento più drastico del suolo e delle risorse naturali.

(foto: Pixabay)

L’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (la Fao) stima che circa l’80% delle emissioni nocive di origine alimentare derivi dalla produzione di carni e di derivati animali come latte e formaggi. Tra le carni, quelle più inquinanti sono quelle bovine: ogni chilogrammo di carne di manzo determina l'emissione di 60 chilogrammi di anidride carbonica. Questi valori sono 9 volte superiori a quelli della carne di maiale, e 10 volte maggiori rispetto a quella di pollo.

Il problema principale non riguarda le lavorazioni delle carni o il loro trasporto, ma soprattutto le coltivazioni agricole destinate all’approvvigionamento degli animali. Gli animali sono infatti poco efficienti nel trasformare il cibo in massa corporea, e questo fatto determina da solo tra il 30% e il 50% delle emissioni di tutto il comparto alimentare. Altri aspetti da non sottovalutare collegati all’allevamento del bestiame riguardano l’elevato consumo di acqua e il diboscamento delle foreste. Infatti anche il settore agricolo, a differenza di quello che si può pensare, rappresenta una seria minaccia per il nostro pianeta, soprattutto per via dell'uso di pesticidi, fitofarmaci e fertilizzanti.

Il trasporto rende inquinanti pure i prodotti ecologici

Un altro fattore da tenere in grande considerazione riguarda il trasporto: i prodotti di importazione da paesi lontani, pur non avendo grandi costi ambientali per la loro produzione, rappresentano un pericolo per il nostro pianeta. Il problema riguarda proprio le grandi tratte che devono essere coperte per giungere sulle nostre tavole, con consumi importanti di petrolio e l'emissione di sostanze climalteranti e molto dannose per l’ambiente. Anche l’imballaggio rappresenta una sfida per un futuro più ecologico, e i cibi che devono attraversare gli oceani o compiere svariate migliaia di chilometri necessitano spesso di un packaging più ingombrante.

(foto: Pixabay)

Per esempio, un chilogrammo di ciliegie provenienti dal Cile deve percorrere circa 12mila chilometri per arrivare da noi, e inquina per oltre 21 chilogrammi di anidride carbonica. Il secondo posto in questa speciale classifica dei cibi pericolosi spetta ai mirtilli provenienti dall’Argentina (20,13 chilogrammi di CO2), seguiti dagli asparagi del Perù (19,54). Tra gli altri alimenti ad alto impatto ambientale ci sono le noci della California, le more del Messico, l’anguria del Brasile, i meloni del Guadalupe, i melograni di Israele e i fagiolini dell’Egitto. Insomma, per i consumatori attenti all’ambiente è importante controllare con attenzione la provenienza dei cibi che si mettono nel carrello, perché un ortaggio apparentemente green può essere persino più inquinante di una porzione di carne o dell’olio di palma.

Questo significa, come ha peraltro ricordato uno studio scientifico pubblicato su Nature lo scorso dicembre, che non esiste un'unica strategia alimentare sostenibile per tutti paesi, ma che la dieta migliore per le persone e per l'ambiente dipende anche dalla parte di mondo in cui ci si trova. E la discussione non può essere completa senza includere anche ragioni economiche, culturali e sociali: nelle aree costiere del Kenya, per esempio, sarebbe molto sostenibile e salutare mangiare pesce, ma l'alimentazione locale ne è quasi priva perché è più conveniente vendere il pesce all'estero che mangiarlo. E mentre nei Paesi più ricchi, come in Svezia, esistono programmi specifici per l'ottimizzazione della dieta nelle mense scolastiche, nelle aree più povere del pianeta si dedicano i massimi sforzi nell'ottenere cibo a sufficienza, disinteressandosi tanto della qualità della dieta quanto dell'impatto sull'ambiente.

Alcuni consigli semplici ma efficaci

Rendere il settore alimentare più sostenibile e attento all’ambiente è una sfida che coinvolge tutta la filiera produttiva e di trasporto, come ha ribadito lo stesso studio di Nature, e non si può ridurre alla sola scelta dei cibi da parte dei consumatori finali. Di certo, però, un aumento dell’attenzione da parte di tutti mentre si fa la spesa può determinare un significativo miglioramento per il nostro pianeta e innescare un circolo virtuoso che porti le aziende a cercare soluzioni commerciali più sostenibili, oltre che in linea con gli obiettivi di salute delle persone.

Ci sono alcuni semplici consigli che si possono seguire per essere attenti e sostenibili anche in cucina e durante la spesa al supermercato. Come detto, è consigliabile ridurre il consumo di carne (in particolare quella di bovino) e di cibi troppo lavorati dal punto di vista industriale.

(foto: Pixabay)

Quando è possibile, è bene poi prediligere i prodotti biologici e quelli a chilometro zero, riducendo l’inquinamento del trasporto di prodotti fuori stagione o che provengono da paesi lontani. Pure la scelta del pesce può essere più o meno sostenibile: prima di tutto è importante evitare le specie a rischio estinzione per una questione di tutela della biodiversità (qui rientrano per esempio le acciughe europee, o alici che dir si voglia), e poi il suggerimento degli esperti è di preferire i pescati all’acquacoltura.

In termini di bilanciamento della dieta, secondo gli scienziati il migliore compromesso possibile tra salute umana e tutela dell'ambiente per l'Europa è di diminuire il consumo di latticini, proteine animali e tuberi rispetto alle nostre esagerate abitudini di consumo, incrementando invece la presenza nel piatto di cereali e di proteine di origine vegetale.

Ci sono poi quei consigli sentiti a non finire che è bene sempre ricordare per la loro importanza: ridurre gli sprechi alimentari in generale, utilizzare metodi di cottura poco inquinanti che evitano lo sperpero di risorse, bere acqua del rubinetto e non in bottiglia, scegliere prodotti con un packaging green.
Tra gli alimentati amici dell’ambiente ci sono soprattutto i legumi (come piselli e fagioli), i cereali, la frutta e la verdura, soprattutto se a foglia larga. Insomma, quotidianamente abbiamo tantissime occasioni per fare la differenza, e anche senza cambiare drasticamente le nostre abitudini alimentari possiamo contribuire a rendere il futuro più sostenibile.

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